Svezia e Finlandia nella Nato. Biden blinda il sì degli Usa "Sostegno a due democrazie"

Il presidente americano dichiara "forte appoggio" del suo Paese all'ingresso dei due "partner stretti" nell'Alleanza atlantica.

Svezia e Finlandia nella Nato. Biden blinda il sì degli Usa "Sostegno a due democrazie"

New York. Svezia e Finlandia hanno il totale appoggio degli Usa per l'adesione alla Nato. Joe Biden ha blindato il suo supporto all'ingresso dei due paesi nell'Alleanza Atlantica ospitando i loro leader alla Casa Bianca. «Offro il forte sostegno alle richieste di due grandi democrazie e due partner stretti e altamente capaci di unirsi all'Alleanza difensiva più potente del mondo», ha detto il presidente americano dal Rose Garden con a fianco la premier svedese Magdalena Andersson e il presidente finlandese Sauli Niinisto. «È un momento storico», ha aggiunto, dicendosi «orgoglioso di assicurare a Svezia e Finlandia che hanno il pieno, totale appoggio degli Stati Uniti». Biden ha poi annunciato che la sua amministrazione sta sottoponendo al Congresso la documentazione per il loro accesso alla Nato, ribadendo che i due Paesi «rispettano tutti i criteri».

«Non c'è dubbio che la Nato oggi sia importante, efficace e necessaria come non mai, e' un'alleanza indispensabile» per la pace e il mondo libero, ha continuato il Comandante in Capo. Riaffermando poi che il suo «allargamento non è una minaccia per nessuna nazione», ma che «avere due nuovi membri nel nord rafforzerà la nostra sicurezza e quella dei partner dell'Alleanza». Il presidente americano ha assicurato che Washington rimane «vigile su qualsiasi minaccia alla sicurezza, e scoraggeremo o affronteremo ogni intimidazione contro Stoccolma ed Helsinki».

Niinisto ha assicurato dal parte sua che la Finlandia «diventerà un forte alleato della Nato», mentre la premier svedese dopo l'incontro nello Studio Ovale ha avvertito che l'invasione russa dell'Ucraina è un «test» sui valori e i principi democratici che il suo Paese condivide con gli Usa in una relazione «forte, profonda e di vecchia data». Andersson ha annunciato che Stoccolma raggiungerà presto la soglia del 2% del Pil per le spese militari, ricordando poi che la Svezia sta parlando con tutti i membri Nato, compresa la Turchia, per risolvere ogni questione. Proprio il ministro degli Esteri di Ankara Mevlut Cavusoglu nelle stesse ore era a New York per partecipare agli incontri sulla crisi alimentare all'Onu organizzati dagli Stati Uniti, e durante il suo incontro con il segretario di stato Antony Blinken ha espresso le «legittime preoccupazioni di sicurezza» turche che i due Paesi «sostengano organizzazioni terroristiche» (un riferimento ai curdi del PKK).

In seguito, con i media nazionali, ha rincarato la dose accusando la Svezia non solo di sostenere gruppi legati al PKK, ma anche di fornire armi ai combattenti curdi siriani, che la Turchia considera un'estensione del gruppo militante. «Tutti dicono che le preoccupazioni della Turchia devono essere soddisfatte - ha spiegato - ma questo non deve avvenire solo a parole, deve essere attuato». Il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg, nel frattempo, ha spiegato come «le preoccupazioni sulla sicurezza di tutti gli alleati devono essere prese in considerazione, ma conto che si arrivi presto a una decisione».

«Come organizzazione abbiamo una storia di successo quando si tratta di superare le differenze, siamo 30 alleati con diverse necessità e diverse forze politiche al governo», ha continuato: «Se un alleato importante come la Turchia solleva preoccupazioni sulla sicurezza non si può fare altro che sedersi a un tavolo, discutere e arrivare a una posizione comune. Siamo in contatto con Ankara, con la Finlandia, con la Svezia e stiamo affrontando i problemi sollevati».

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