Roma Difficile dire se sarà questione di pochi mesi o se l'esecutivo Gentiloni di rinvio in rinvio riuscirà a sopravvivere fino alla scadenza naturale della legislatura. Fatto sta che di fronte a uno scenario così mobile e instabile l'imperativo che circola in Forza Italia è quello di tenersi pronti alle urne e far partire la macchina organizzativa. Silvio Berlusconi sta già valutando le mosse per far rendere al meglio i suoi candidati, analizzando anche lo scenario che prevede una legge elettorale in cui la capacità di raccogliere voti in prima persona possa risultare decisiva. Ragionando ad esempio sull'Italicum bisogna fare i conti con un sistema misto in cui ai capilista bloccati si affiancano i candidati che saranno eletti in base alle preferenze. Non si sa ancora cosa resterà di questa legge, ma non si può escludere una soluzione in cui sia necessario schierare veri portatori di voto.
Dal quartier generale azzurro alcune indicazioni iniziano ad arrivare. Innanzitutto dopo l'ottimo lavoro fatto in occasione del referendum dai controllori del voto sul suffragio estero a Castelnuovo di Porto (dove è avvenuto lo spoglio) si cercherà di replicare quel format organizzativo a livello nazionale. Ma soprattutto Berlusconi pensa a varare un meccanismo di garanzia: i coordinatori regionali che si candideranno non potranno compilare le liste per non incorrere in possibili conflitti di interesse. Naturalmente bisognerà anche stabilire chi di concerto con il presidente del partito, si occuperà del compito più ambito: quello, appunto, della definizione dei candidati. Nel 2013 i registi furono Denis Verdini, Sandro Bondi e Angelino Alfano, tutti dirigenti che nel tempo hanno lasciato il partito, ritrovandosi poi sotto le insegne renziane. Questa volta, con ogni probabilità il controllo sui nomi sarà molto stretto. Peraltro proprio alla luce dei tanti addii e delle percentuali di cui Forza Italia è accreditata, con una legge proporzionale il numero sia di deputati che di senatori potrebbe essere superiore a quelli su cui il partito può attualmente contare in Parlamento.
Bisognerà, però, vedere quanto e come Berlusconi vorrà rinnovare le candidature. Nel partito si racconta che il Cavaliere starebbe valutando la possibilità di piazzare «chi ha esperienza» al Senato mentre alla Camera potrebbero essere dirottate o le new entries o chi ha una immagine più fresca. E naturalmente bisognerà verificare quando arriverà la sentenza della Corte di Strasburgo che potrebbe far tornare eleggibile lo stesso Berlusconi.
Naturalmente per sperare di vincere o comunque di contare davvero in Parlamento Fi dovrà fare di tutto per riportarsi in «zona 20%», una soglia giudicata alla portata nel momento in cui il motore del partito tornerà a muoversi a pieni giri.
Già gli ultimi sondaggi che circolano a Piazza San Lorenzo in Lucina danno il partito azzurro sopra la Lega. Ora bisogna mettere in campo facce nuove e sfruttare gli errori in sequenza di Matteo Renzi per riconquistare il consenso rifugiatosi nell'astensione o quello trasmigrato verso Renzi o il Movimento 5 Stelle.FdF
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