Svolta Usa: "Mosca può essere colpita"

Via libera agli attacchi a lungo raggio. Kiev aspetta anche i Tomahawk, ira del Cremlino

Svolta Usa: "Mosca può essere colpita"
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La ricerca di una svolta verso la pace che continua a non arrivare può materializzarsi in modi diversi. Se la Russia non si ferma e continua con i suoi attacchi, se le sanzioni occidentali non sono ancora così forti da spezzare l'economia russa, se Trump continua in qualche modo a prendere tempo sulle sue mosse decisive, allora ecco una nuova possibile svolta: nuove e più potenti armi per l'Ucraina. Forse non la svolta più attesa e sperata ma comunque importante e potenzialmente in grado di spostare, almeno in parte, gli equilibri. Una svolta indirettamente a Stelle e Strisce, perché l'inviato americano per l'Ucraina Keith Kellogg ha annunciato che Trump ha autorizzato gli attacchi a lungo raggio di Kiev contro la Russia. Non solo. Presto Zelensky potrebbe avere da Washington la fornitura di missili da crociera a lungo raggio Tomahawk che aveva chiesto nei giorni scorsi.

"Penso che per il presidente americano Donald Trump non ci sono siano santuari" e le forze armate ucraine possono condurre attacchi in Russia "in profondità", ha detto Kellogg, specificando che l'ultima parola spetterà comunque a Trump. E dopo la richiesta ufficiale di Zelensky al presidente Usa, arriva la conferma che gli Stati Uniti stanno "valutando" la possibilità di fornire i Tomahawk a Kiev. Una scelta, quella americana, dettata dalla delusione nei confronti di Putin che continua a tergiversare e a rifiutare colloqui di pace bilaterali e trilaterali con la mediazione dello stesso Trump. La pazienza, quindi, starebbe per finire e Zelensky, al forum sulla sicurezza di Varsavia, annuncia: "La Russia non traccerà nuovi confini in Ucraina". Dalle parti del Cremlino si registra un nuovo e crescente nervosismo, figlio di quell'isolamento che pian piano si sta materializzando. "Anche se gli Usa fornissero i missili Tomahawk a Kiev per usarli in profondità contro il territorio russo, non sarebbero un'arma magica che consentirebbe agli ucraini di cambiare il corso del conflitto", ha detto il portavoce Dmitry Peskov, aggiungendo che Mosca sta "analizzando attentamente" una questione che evidentemente la infastidisce non poco e poi decidere eventuali risposte.

Dopo settimane di incertezza, Kiev gonfia il petto e spera di ribaltare la situazione, forte del sostegno occidentale. "La Russia deve comprendere che da oggi non ci sarà più alcun posto sicuro sul suo territorio e che le armi ucraine raggiungeranno qualsiasi base militare russa", ha detto il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, ribadendo che "l'Ucraina sta difendendo la propria indipendenza sulla base del diritto all'autodifesa, in conformità con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite". E mentre Kiev, nell'attesa dei missili Usa, sta per avere a disposizione i caccia multiruolo Gripe forniti dalla Svezia, il Pentagono conferma indirettamente la potenziale svolta. Secondo il Wall Street Journal, starebbe puntando a "duplicare o anche quadruplicare" la produzione di missili per le Forze armate statunitensi, per ovviare al problema delle scorte ridotte di armamenti che aveva portato a una riduzione dei flussi a favore dell'Ucraina.

Di contro, da Mosca si apprende che Putin ha firmato il decreto per il ritiro della Russia dalla Convenzione europea contro la tortura. Una svolta e una possibile escalation continuano pericolosamente a procedere di pari passo.

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