
La Commissione Europea torna all'attacco con una proposta che sa di burocrazia asfissiante: l'armonizzazione delle tasse sui prodotti contenenti nicotina. Venduta come misura per la salute pubblica e per far cassa, questa "armonizzazione" rischia invece di tradursi in un aumento delle accise, che potrebbe finire per strangolare intere filiere produttive in Italia e nel resto d'Europa favorendo il contrabbando. Non è solo una questione di imposte più alte, ma di un piano che andrebbe a favorire i giganti extracomunitari a scapito dei nostri agricoltori. È stata un'interrogazione della Lega, con l'eurodeputato Roberto Vannacci, che ha evidenziato "le storture" del sistema attuale. Sul quale sono piovute le critiche della politica, ma non solo.
Per l'Istituto Milton Friedman è un "piano fiscale che danneggia l'Italia e alimenta il contrabbando". In particolare, l'Istituto condanna l'aumento sproporzionato delle accise sui prodotti contenenti nicotina, come i sacchetti orali prodotti considerati a rischio minore, che potrebbe arrivare al 790% in alcuni casi, favorendo il mercato nero e penalizzando consumatori e imprese. Il timore è che i controlli sulla catena di approvvigionamento del tabacco grezzo nell'Ue, se anche hanno l'obiettivo dichiarato di ridurre il consumo, abbiamo come risultato solo l'aumento del traffico illecito. La conseguenza? I coltivatori europei, in particolare quelli italiani, primi per quantità prodotte in Ue, saranno messi fuori mercato, consegnando il settore ai cinesi e ad altri concorrenti extra-Ue. Come la Cina, che già domina il mercato globale del tabacco.
"Siamo davanti all'ennesimo automatismo burocratico di Bruxelles: alzare le tasse - tuona Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega ed eurodeputato - La Commissione parla di armonizzazione, ma propone un aumento delle accise che non distingue tra categorie di prodotto, né considera l'impatto sui territori. Così si colpiscono agricoltori, manifatture e intere comunità, a partire dall'Italia, primo produttore europeo di tabacco greggio. Questa impostazione mette in ginocchio eccellenze del Made in Italy come il sigaro toscano, un prodotto culturale, frutto di saperi e tradizioni secolari. La Commissione deve cambiare passo: proporzionalità vera, differenziazione per categorie, salvaguardie per i prodotti tradizionali, periodi transitori seri, tutela della filiera agricola e lotta dura al traffico illecito. La salute si promuove con educazione e controlli efficaci, non a colpi di imposta che distruggono il lavoro onesto".
Contraria anche Elisabetta Gardini, deputato di Fratelli d'Italia e presidente della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa: "Siamo di fronte all'ennesima trovata di Bruxelles che rischia di sottrarre risorse alle nostre filiere agricole e industriali senza alcun beneficio reale. È la solita logica punitiva contro l'Italia, mascherata da buone intenzioni. Ricordo quando a Bruxelles si sono sprecate settimane per discutere se i pacchetti di sigarette potessero avere gli angoli smussati o se la parola Slim fosse da vietare per paura che qualcuno pensasse a un prodotto dimagrante. Questa non è politica, è burocrazia ossessiva che umilia il buon senso. È l'Europa che non vogliamo".
Sulla stessa linea Riccardo Augusto Marchetti, segretario della Lega umbra che ha presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere che il governo italiano difenda, in sede europea, il comparto tabacchicolo italiano "che rappresenta una filiera strategica per l'economia nazionale, e in Umbria, in particolare nell'Alta Valle del Tevere, il tabacco non è soltanto una coltura agricola, ma un presidio sociale ed economico che tiene in vita interi territori".