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Taglio alle tariffe per uscire dal pasticcio autostrade

Troppo complicata la revoca della concessione, il governo punta a una misura «popolare»

Taglio alle tariffe per uscire dal pasticcio autostrade

Trattativa a oltranza tra Atlantia, primo socio di Autostrade per l'Italia, e il governo. Messa (quasi) da parte l'ipotesi di una revoca della concessione, ipotizzata dal governo giallo-rosso (e in particolare dai 5Stelle) dopo il crollo del Ponte Morandi, lo scottante dossier Autostrade ruota tutto intorno a una sola questione. Secondo fonti vicine alla vicenda, al di là di ipotetici piani per favorire l'ingresso dello Stato nel capitale della società che gestisce le autostrade italiane, il vero oggetto del contendere tra le parti resta solo uno: una misura «popolare» che giustifichi la mancata revoca e metta tutti d'accordo. «Un passaggio spiega una fonte - che potrà passare solo da un taglio delle tariffe autostradali, un segnale forte su cui le parti non stanno trovando la quadra, ma che sarà il vero nodo per sciogliere la trattativa». Il governo ha scoperto ormai le carte e ieri, anche il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli ha ammesso che «se ci saranno, da parte di Aspi, idee e proposte il governo sarà disponibile a valutarle. La decisione finale sarà ispirata all'interesse pubblico e non sarà un'operazione di consenso», ha precisato pur sapendo bene, invece, che è proprio su questo fronte che l'anima più intransigente dei 5 stelle al governo potrà dare il suo via libera all'accordo.

Non per altro, ieri, Il viceministro dello sviluppo economico Stefano Buffagni ha ribadito che «si andrà avanti per garantire agli italiani sicurezza e diminuzione delle tariffe». Insomma, il progetto allo studio di Mediobanca e Jp Morgan che prevederebbe la creazione di un veicolo in cui Atlantia farebbe confluire la stessa Autostrade, e in cui potrebbe entrare la Cassa Depositi e prestiti o il fondo infrastrutturale F2i (partecipato dalla Cdp), è allo studio delle parti. Ma non sarà sufficiente. È vista, infatti, positivamente una soluzione che permetterebbe allo Stato di entrare a gamba tesa nella gestione delle autostrade garantendo quello che il ministro De Micheli ha definito «un rapporto pubblico-privato più equilibrato», in cui spicca la presenza di uno Stato «controllore e certificatore».

Ma alcuni osservatori mettono in luce che lo Stato erediterebbe onori, ma anche oneri. Per stessa ammissione dell'ad Carlo Bertazzo «la rete autostradale ha bisogno di molti più investimenti e di molta più manutenzione». Per «ricostruire» quello che l'ad del gruppo ha definito «un rapporto di fiducia con le istituzioni e i cittadini» non basterà, dunque, cedere parzialmente sovranità allo Stato. Né il piano di investimenti recentemente annunciato: nell'arco del piano, sono stati programmati investimenti sulla rete per circa 5,4 miliardi di euro, che portano quasi a triplicare gli importi investiti dalla società nel quadriennio precedente (pari a circa 2,1 miliardi di euro).

In crescita a 1,6 miliardi di euro le spese in manutenzione (2 miliardi considerate anche le spese del 2019), con un aumento del 40% rispetto al quadriennio precedente.

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