Tajani dà lezioni al governo: "Inciucio Pd-Fi? Fake news"

Il presidente del Parlamento Ue Tajani e le minacce sul bilancio: «Prima di votare no portate a casa risultati»

Tajani dà lezioni al governo: "Inciucio Pd-Fi? Fake news"

«Speriamo che a pagare non siano i marinai della nave Diciotti, obbligati a stare in mezzo a malati di tbc e di scabbia. Se si ammalano il conto possono mandarlo al governo». La provocazione di Antonio Tajani risente della sua affezione per la divisa, il padre era generale, e punta il dito accusatore contro quei ministri gialloverdi, che «stanno in vacanza, chi al mare e chi in montagna», mentre si trascina la vicenda degli immigrati bloccati da giorni nel porto di Catania.

Al Caffè della Versiliana il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia si fa intervistare dal direttore della Nazione, Francesco Carrassi, ma alla fine sollecita domande dal pubblico, dai giovani e anche cattive. Ma evidentemente ci sono troppi suoi fans e gli applausi accompagnano spesso le sue parole. Anche quando bolla come «sparate» quelle del vicepremier Matteo Salvini, che minaccia di non far approvare il prossimo bilancio europeo se non risolve il problema dei migranti («Ma quale bilancio, quello del 2021-27? Troppo tempo deve passare e chissà quante volte si cambierà idea») e di Luigi Di Maio, che annuncia che il governo non pagherà i contributi a Bruxelles. «Sono frasi - dice- che 9 volte su 10 non hanno seguito. Come per le sanzioni alla Russia, avevano detto che mai le avrebbero accettate e poi l'hanno fatto subito. Ma se si chiede all'Ue solidarietà bisogna essere credibili. Mentre in troppi non conoscono i meccanismi europei. Pensano alle elezioni prossime invece di avere una strategia per il futuro».

Tajani riconosce che «per troppo tempo l'Ue ha fatto orecchie da mercante sull'emergenza migranti», ma accusa i paesi del patto di Visegrad, i sovranisti amici di Salvini, di aver bloccato la riforma del regolamento di Dublino, per la redistribuzione delle quote. «Sono i paesi intransigenti sull'immigrazione a casa loro - alza il tono- che dicono di essere amici dell'Italia e invece fanno solo i loro interessi. Con molte contraddizioni, perché non saranno i cristiani di Etiopia o Somalia a contaminare l'identità cristiana di Ungheria o Polonia». Sulla nave Diciotti, il presidente dell'Europarlamento non smorza affatto la sua opposizione all'azione del governo. «Non è la nave di una ong ma della nostra guardia di costiera e gli immigrati che sono saliti sono entrati in territorio italiano».

La questione, per Tajani, «va affrontata a monte, con accordi con i paesi da cui i migranti provengono, per creare stabilità in Africa e affrontare una crescita demografica imponente».

Ma alla Versiliana il numero due di Fi parla anche del partito e delle alleanze. E respinge con forza la «fake news» di un possibile accordo con il Pd, rispondendo a Salvini che minaccia per questo di rompere il centrodestra. «Si raccontano un sacco di balle. C'è una campagna di false informazioni, ma è la Lega che ha fatto un accordo con gli eredi del Pd, i 5 stelle votati dai suoi elettori. Noi diciamo a Salvini: Torna a casa, noi siamo alternativi alla sinistra io ne sono testimone con la mia vita intera. La sinistra mi fa venire l'orticaria. E vogliamo tornare al governo con un centrodestra formato da Fi, Lega, Fdi e allargato al mondo delle liste civiche. L'Altra Italia di cui parliamo non è un partito, è quella maggioranza silenziosa, che vuole ordine, disciplina, serietà, e sta tra l'elettorato della Lega e quello del Pd . Noi non vogliamo che si schieri con la sinistra».

Sembra riecheggiare la famosa frase nel film di Nanni Moretti indirizzata a D'Alema, quando dice: «Il governo faccia qualcosa di centrodestra. Quando Salvini chiese a Berlusconi l'autorizzazione a fare un governo con il M5s, Fi non si oppose perché lui si era impegnato a far valere il programma del centrodestra, ma finora che cosa è stato realizzato di quei punti?». Quando Carrassi gli chiede se l'alleato Salvini si consulta con i vertici azzurri prima di prendere decisioni al governo, risponde: «Bah, c'è un'altra domanda?».

E poi sottolinea al contrario la lealtà degli azzurri: «Nessuno di noi oggi lavora per far cadere il governo, come successe in passato con contro il governo Berlusconi, complotti non ce ne sono. Io mi sono mosso a Bruxelles in accordo con il premier Conte e lui lo sa bene, per fare la riforma di Dublino».

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