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Tariffe Ztl più che decuplicate: ecco come Marino il moralista stanga residenti e commercianti

Il 3 dicembre prossimo, il Tar del Lazio si pronuncerà sugli aumenti vertiginosi delle tariffe decisi dalla Giunta Comunale lo scorso 7 maggio. L'ira nei confronti del sindaco è alle stelle

Tariffe Ztl più che decuplicate: ecco come Marino il moralista stanga residenti e commercianti

Spento il fuoco della polemica che nei giorni scorsi ha tenuto banco su tutta la stampa nazionale, il caso “Ignazio Marino- Ztl” sembra essere finito nel dimenticatoio mediatico. Anche se una silenziosa brace continua ad ardere, alimentata dalla rabbia dei cittadini romani che si trovano a dover rinnovare il permesso per la zona a traffico limitato della Capitale. Infatti, tra poco più di una settimana, precisamente il 3 dicembre prossimo, il Tar del Lazio si pronuncerà sugli aumenti vertiginosi delle tariffe decisi dalla Giunta Comunale lo scorso 7 maggio (delibera n. 136).

Un piano che era stato accompagnato da grandi proteste, in particolare da parte dei residenti, che si sono visti crescere a dismisura il prezzo degli abbonamenti, con rincari che toccheranno il 1200% per alcune categorie. A parlare sono i numeri: le tariffe dei residenti sono passate da 78 euro a 1.016 euro per cinque anni per i veicoli fino ai 19 cavalli fiscali, da 94 a 1.216 euro per quelli fino ai 23 cavalli fiscali e da 109 a 1.416 euro oltre i 23 cavalli. Ancor più alta la stangata per i non residenti, per cui si arriva fino a 2000 euro (anziché 600) per una macchina di media cilindrata. Per non parlare di tutte quelle aziende che hanno bisogno dell’accesso Ztl per effettuare consegne e trasporti nel centro storico, già in ginocchio per la crisi economica e le tasse in continuo (e silenzioso) aumento, che si sono ritrovate a pagare più del triplo rispetto al 2013: da 550 euro, a 2.032 euro l’anno.

“Siamo alla canna del gas.”- confessa un imprenditore romano- “Non ho ancora rinnovato il permesso per il centro storico perché trovo ingiusto che in un periodo di grave difficoltà per il commercio, il Comune decida di non agevolarci. Affossandoci ancora di più”. E continua: “Avevo in mente di comprare un altro furgone per la mia attività, ma visto questo ulteriore salasso, ho rinunciato. Così ci faranno chiudere”. Preoccupazione e rabbia diffuse a macchia d’olio in tutta la città. Lamentele che si traducono in una netta contrazione degli abbonamenti stipulati: circa il 30% in meno, secondo le stime dei tecnici del Comune. Percentuale destinata a salire. Tariffe più “accettabili” sono riservate ai soli veicoli ecologici. Giustamente, si potrebbe aggiungere. Peccato che il “feticismo” del sindaco Marino per una città sempre meno inquinata, debba fare i conti con l’impossibilità dei cittadini romani di acquistare nuovi veicoli che siano elettrici o a gas. Ed il motivo è molto terreno: non ci sono i soldi. Insomma, una questione spinosa che somiglia sempre di più ad un “mostro” a due teste. Da una parte, ci sono residenti e commercianti in difficoltà sul piede di guerra, in attesa che il Tar metta la parola “fine” al salasso dei permessi Ztl; dall’altra, c’è l’amministrazione del sindaco Marino che, con le dita incrociate, spera che il prossimo 3 dicembre potrà confermare il piano di rincari sulla circolazione delle automobili. Anche perché rinunciare a quasi 135 milioni di euro nel prossimo quinquennio (il provvedimento vale infatti almeno 27 milioni l’anno), già inseriti alla voce entrate di un bilancio 2014 che a malapena si regge in piedi, sarebbe un bel problema. Anzi, un enorme problema. Che a confronto la storia del “Pandino tutto matto” sembrerà una barzelletta.

Di quelle che non fanno ridere, però.

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