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Ecco il Piano Colao

La task force guidata dal super manager ha consegnato il rapporto "Rilancia Italia". Tra le proposte: più donne, smart working e tutela penale dei datori di lavoro sul Covid

Ecco il Piano Colao

La strategia per il rilancio dell'Italia stilata dalla task force guidata da Vittorio Colao copre sei aree: Imprese, Infrastrutture, Turismo, Pubblica amministrazione, Istruzione e famiglie. Centoventuno pagine, slide fitte di contenuti e divise anche a seconda dei gruppi di esperti.

Ma è il capitolo economico quello più corposo delle 102 schede preparate dall'ex manager per il governo. Ed è anche quello più difficile da fare digerire agli alleati, in particolare il M5s, perché dal lavoro all'ambiente sono tante le direttive indigeste per i grillini. Per questo il testo non è circolato fino all'ultimo, né il governo ha voluto anticiparne dei capitoli.

Scudo penale e civile per le imprese

Il comitato di esperti propone di escludere il datore di lavoro «che adempie all'obbligo di sicurezza» da responsabilità civile e responsabilità penale, «pur in presenza di un eventuale riconoscimento da parte dell'Inail dell'infortunio su lavoro da contagio Covid-19». Poi, per fare fronte all'aumento del costo del lavoro per le misure organizzative post pandemia, la proposta è di «introdurre una defiscalizzazione temporanea delle maggiorazioni, previste dai contratti collettivi, per indennità di turni aggiuntivi e lavoro festivo o notturno». Misure che vanno incontro alle richieste delle imprese potrebbero non piacere a tutto il governo, in particolare al M5s. Per le imprese sono previsti anche «incentivi per gli aumenti di capitale», puntando sull'Ace, l'aiuto alla crescita, da rafforzare per chi investe in tecnologia ecologica. Poi incentivi per fare convogliare risparmio privato nelle Pmi.

Sospensione del decreto dignità

Tra le misure più soggette a veto politico, ci sono quelle per il «rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza». La task force propone di «consentire (in deroga temporanea a Decreto Dignità) il rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza almeno per tutto il 2020». È il cuore del decreto dignità, primo provvedimento del governo Conte I, bandiera dei Cinque stelle. In concreto, si ipotizza che «il periodo dall'inizio del blocco al 31 dicembre 2020 sia neutralizzato rispetto al maturare del limite dei 24 mesi complessivi, consentendo la prosecuzione per un periodo significativo dei contratti a termine in corso o appena cessati».

Rinvio pagamento imposte

Tra le misure per immettere liquidità nel sistema, due schede sono dedicate ai debiti della pubblica amministrazione e al fisco. Innanzitutto la promozione di un «codice di comportamento» per militare a 30 giorni i pagamenti dei fornitori da parte dell'amministrazione pubblica, Poi «rendere più agevole la compensazione orizzontale dei debiti con i crediti fiscali, nonché prevedere la compensazione dei debiti con i crediti liquidi esigibili verso la Pa», anche grazie a una piattaforma informatica dedicata. Nella sezione liquidità la task force include anche un rinvio dei pagamenti delle imposte, in particolare il saldo 2019 e l'acconto 2020, quindi le scadenze di giugno e lugli. C'è poi una richiesta specifica a modificare il decreto liquidità per permettere «sostegno finanziario anche alle imprese con esposizioni UTP (Unlikely yo pay, gli insolventi, ndr.) che presentano possibilità concrete di risanamento».

Un tetto agli affitti commerciali

Modifiche anche sulle locazioni commerciali. La task force prevede una legge per la «ripartizione del rischio tra locatore e conduttore». Affitti stabiliti per legge oppure attraverso un accordo. In sostanza l'affittuario e il proprietario, di certe aree e concordano una riduzione del canone, incentivati da una riduzione Imu (per il locatore) o Tari (per il conduttore).

«Sanatorie» per il lavoro nero

Il gruppo di Colao chiede di «favorire l'emersione attraverso opportunità di Voluntary Disclosure ai fini della regolarizzazione, prevedendo un meccanismo di sanatoria e incentivazione riducendo contribuzione, cuneo fiscale, nonché sanzioni in caso di falsa dichiarazione o mancato perfezionamento delle procedure di emersione». In sostanza una sanatoria per fare emergere l'occupazione irregolare. Sanatoria sul pregresso per gli irregolari immigrati come già previsto dal decreto rilancio, ma anche «riduzione contribuzione e cuneo fiscale su retribuzione» dell'emerso.

Voluntary sul contante

Sanatoria anche per l'emersione delle somme di «contante e altri valori derivanti da redditi non dichiarati» a fronte «del pagamento di un'imposta sostitutiva e dell'impiego per un periodo minimo di tempo (ad es. 5 anni) di una parte significativa dell'importo in attività funzionali alla ripresa (ad es. investimento nel capitale dell'impresa del soggetto che fa la Voluntary Disclosure, o investimento in social bond nominativi o altri strumenti analoghi)». Poi «condizionare gli effetti premiali in ambito penale a specifici requisiti di coerenza». Sempre in tema di fisco, il piano prevede sistemi di «tax control framework», quindi «l'estensione del dialogo preventivo con l'amministrazione finanziaria. Introdurre la non applicabilità delle sanzioni amministrative e penali per le società» che collaborino con il fisco.

Vietare banconote sopra i 100 euro

Tra i capitoli annunciati, c'è quello della lotta all'evasione colpendo il contante. La task force punta a «un'iniziativa per mettere rapidamente fuori corso le banconote in Euro di maggior taglio (500 e 200)». Poi a incentivi per l'utilizzo dei pagamenti elettronici «tramite deduzioni/detrazioni dall'Irpef, lotterie instant win, credito d'imposta per gli esercenti e accordi con il sistema bancario per riduzione delle commissioni». Poi «rendere effettive ed eventualmente inasprire le sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di POS o con POS non funzionante». Scoraggiare l'uso del cash per somme «rilevanti attraverso la riduzione di limiti ai pagamenti in contanti nonché disincentivi al ritiro e all'utilizzo degli stessi (ad es. anticipo fiscale a valere sui prelievi di contante)».

Riqualificazione dei lavoratori

Tre proposte riguardano la riqualificazione dei lavoratori e dei dirigenti. Una proposta specifica riguarda il «reskilling» manageriale per stimolare l'adozione delle competenze necessarie ad adattare i sistemi produttivi alle nuove esigenze post-Covid». La ricetta è la defiscalizzazione per la formazione, ma anche per la «assunzione di competenze esterne (inclusi neolaureati) nelle Pmi».Una scheda è anche dedicata alla «riqualificazione della forza lavoro e dei disoccupati finanziata attraverso fondi specializzati». Incentivi alle imprese e ai lavoratori per favorire la formazione. Una sostanziale bocciatura del reddito di cittadinanza, nato come strumento di welfare to work e finito per diventare un sussidio che non incentiva alla rioccupazione.

5g e banda larga

Sull'ambiente, spicca l'invito ad «adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio». In sostanza, il piano prevede la possibilità di installare antenne più potenti, superando i limiti attuali fissati a livelli molto bassi in ossequio all'ambientalismo grillino. Che, oltretutto, non ha evitato il fenomeno nimby: centinaia di comuni si sono opposti all'installazione delle antenne. Il piano punta a spazzare via questa irrazionale e antiscientifica «resistenza»: «Escludere opponibilità locale se protocolli nazionali sono rispettati». Facile immagine che questo punto suonerà come una dichiarazione di guerra per i 5 Stelle e provocherà violente accuse di conflitto di interessi per il ruolo nella telefonia di Vittorio Colao. In questo settore, si prevede anche di indire gare per le cosiddette «aree grigie» del Paese dove va realizzata una connessione di banda ultralarga cosiddetta Ftth. Per ogni area si avrebbe quindi un'azienda impegnata nella cablatura con parziale contributo pubblico. A cui si unirebbe un sussidio per l'accesso delle famiglie alla banda larga. Strategia ispirata alle linee guida europee ma che potrebbe entrare in contrasto con le strategie e gli interessi attuali.

Infrastrutture

Colao e il team di esperti propongono di superare il Codice degli appalti lasciando spazio, per quel che riguarda le infrastrutture strategiche, alle direttive europee laddove direttamente applicabili, in attesa di scrivere un nuovo codice degli appalti e un nuovo codice dei contratti. Anche in questo caso si prevede un divieto per le comunità locali di opporsi alla realizzazione di infrastrutture strategiche, che è come scrivere la parola fine alla rivolta della Valdisusa e il via libera finale alla Tav. Per questo tipo di infrastrutture la realizzazione verrebbe fortemente centralizzata in capo all'Unità di presidio, una struttura creata a Palazzo Chigi.

Interessante anche la norma anti burocrazia che prevede il rilascio di una ricevuta elettronica quando si presentano richieste alla Pubblica amministrazione, in modo da far scattare in modo inequivocabile il silenzio-assenso. Verrebbe anche rinforzato il ruolo dell'autocertificazione vietando la richiesta di documenti che possono essere reperiti dalla Pa.

La carbon tax

Per rimettere in moto l'economia a breve, il piano punta su un taglio delle procedure autorizzative per le infrastrutture energetiche già in progetto. E riserva a un piano più a lunga scadenza la riconversione energetica carbon-free. In quest'ottica si prevede l'incentivo a un trasporto pubblico verde, elettrico o ibrido e un sistema di incentivi e disincentivi verdi per le aziende che prevede anche una carbon tax. E limiti al consumo del suolo, incoraggiando le aziende a stimare nei bilanci non finanziari il consumo di capitale naturale.

Il gruppo di esperti prende Milano a esempio per quel che riguarda l'edilizia sociale e prevede piani per l'edilizia popolare e agevolata usando anche immobili pubblici dismessi.

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