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Tassa sugli extraprofitti al 50%. Ma le risorse arrivano dai tagli

Per finanziare i 35 miliardi del bilancio più risparmi su pensioni (2 miliardi) e assegno unico (un miliardo)

Tassa sugli extraprofitti al 50%. Ma le risorse arrivano dai tagli

La manovra 2023 da 35 miliardi di euro troverà parte delle coperture con risparmi di spesa che si aggiungeranno alle maggiori entrate provenienti dalla nuova tassa sugli extraprofitti. Sono queste le novità dell'ultima bozza della legge di Bilancio che ieri, a differenza di quanto previsto, non è stata trasmessa al Parlamento.

L'imposta sugli utili delle società energetiche è stata trasformata in un «contributo di solidarietà» in linea con il regolamento Ue che autorizza gli interventi di emergenza contro il caro-bollette. Si applicherà a 7mila aziende sul 50% del reddito 2022 (e non al 35% come era previsto da precedenti bozze) che eccede per almeno il 10% la media dei redditi 2018-21 con il limite del 25% del patrimonio netto al primo gennaio 2022. L'incasso atteso è di 2,56 miliardi di euro. Una parte di questi introiti sarà destinato all'eliminazione dalle bollette degli oneri di sistema per lo smantellamento delle centrali nucleari che dal 2010 al 2020 hanno pesato per circa 400 milioni l'anno.

Sempre per venire incontro alle normative europee si è deciso di attendere l'esito di un confronto con Bruxelles per quanto riguarda l'articolo della manovra che elimina le sanzioni per i commercianti che non accettano pagamenti elettronici sotto i 60 euro. È quanto ha reso noto Palazzo Chigi ieri in serata.

Tornando, invece, alla questione coperture, occorre rilevare come un articolo preveda lo «spostamento» di circa 2,6 miliardi dal fondo da 4,1 miliardi istituito con il decreto Aiuti-quater grazie al posticipo degli acquisti e della rivendita di gas da parte del Gse. Allo stesso tempo viene ridotto di circa 1,4 miliardi il fondo nato con la manovra 2021, pari l'anno prossimo a 7 miliardi di euro, destinato alla riforma fiscale e all'assegno unico. La legge di Bilancio di due anni fa prevedeva uno stanziamento di oltre 5 miliardi ma già quest'anno la spesa è stata inferiore alle attese.

Altri 2,1 miliardi proverranno (al netto degli effetti fiscali) di 2,1 miliardi nel 2023 dalla revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per il biennio 2023-2024. È il risultato della minor compensazione dell'incremento dei prezzi al consumi per i trattamenti oltre le 4 volte l'assegno minimo che prevedono un progressivo décalage.

Si può collocare all'interno di quello che il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha definito un atteggiamento «prudente» anche la proroga al 2023 di Opzione Donna. L'età di uscita con 35 anni di anzianità e ricalcolo contributivo è fissata a 60 anni con un anticipo di due anni (58) nel caso si abbiano due o più figli (un solo anno con un figlio). Confermata la soglia di 58 anni per disabili, invalide e licenziate o dipendenti di aziende in crisi. La platea si restringe così a solo 2.900 persone. Nel filone risparmi si inserisce anche la spending review dei ministeri (800 milioni) e il taglio alle intercettazioni nelle indagini (1,57 milioni).

In attesa dei rinnovi degli statali, invece, arriva un una tantum da un miliardo.

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