Una dopo l'altra, scopriamo che le stangate economiche dei governi Monti e Letta, tutte mantenute in vita da Renzi, non solo erano vessatorie nei confronti dei cittadini ma addirittura incostituzionali. Al blocco dell'aggiornamento delle pensioni, dichiarato fuorilegge la scorsa settimana, ora si aggiunge la supertassa sulle sigarette elettroniche cassata ieri dalla stessa Corte costituzionale che ha posto così un paletto sulle scorribande fiscali dei governi: una tassa del 58 per cento (di questo parliamo nel caso specifico) va ben oltre la «discrezionalità tributaria» che la Costituzione affida a governi e Parlamento.
Stupisce che ci sia voluto l'intervento di anziani parrucconi per stabilire una verità chiara anche ai più sprovveduti. Meraviglia che ministri plurilaureati, molti dei quali alla Bocconi, e onorevoli sapientoni abbiano pensato e approvato un simile provvedimento senza rendersi conto che stavano commettendo una rapina. La stessa che, stando all'aria che tira, tenteranno ritardando e limitando la restituzione del maltolto ai pensionati. Problema che non li riguarda perché i politici oggi una pensione hanno già riavuto dallo Stato - grazie alle leggi truffa che si erano fatti - una quantità di soldi mediamente superiore di dieci volte ai miseri contributi versati. Oppure cumulano, o potrebbero cumulare, una quantità di pensioni che chi se ne importa se arriva una sforbiciata.
Tanto per fare degli esempi, tre sono quelle di mannaia Monti (da professore, da commissario europeo, da senatore a vita, per un totale che supera i trentamila euro-mese), e in teoria quattro quelle del presidente Mattarella (da professore, da deputato di lungo corso, da giudice della consulta e un domani da senatore a vita).
Dati questi presupposti, mi chiedo quale autorità morale abbia la classe politica per chiedere sacrifici, per di più incostituzionali, a ex lavoratori che di una e una sola pensione (non importa se di tolla o d'oro) campano dopo averla pagata, nella stragrande maggioranza dei casi, con adeguati contributi. O Renzi ci paga tutta (e a tutti) la pensione dovuta, oppure è meglio che in pensione (anticipata) ci vada lui e il suo governo.
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