Alla fine di tutto la domanda è sempre una. Questo governo le tasse le ha aumentate o no? La pressione fiscale è scesa o no? Gli 80 euro, tanto sbandierati da Renzi, hanno rilanciato i consumi, ma al netto delle tasse agli italiani è convenuto o no? Per offrire una sponda a queste domande l'ufficio studi della Cgia di Mestre ha predisposto un'analisi di tutti i provvedimenti normativi presi negli ultimi 19 mesi dal governo Renzi in fatto di riduzione o di inasprimento delle tasse e dei contributi fiscali. Ebbene, il responso è chiaro: questo esecutivo ha ridotto sì le tasse sia sulle famiglie, per un importo di 7,1 miliardi, sia sulle imprese, per 8,3 miliardi di euro, ma in maniera selettiva. Il ceto medio, infatti, si vede ancora una volta pressato da inasprimenti dovuti al fatto che non gli sono arrivati gli 80 euro in busta paga e si è visto tassare le rendite finanziarie.
Se è vero, infatti, che una buona parte delle famiglie ha beneficiato della detrazione degli 80 euro (pari a una spesa complessiva per le casse dello Stato di 9,5 miliardi), della concessione del bonus bebè (1,2 miliardi), delle deduzioni Irpef per la locazione delle nuove abitazioni (39,5 milioni), della riduzione della cedolare secca per le locazioni a canone concordato (33,8 milioni) e delle detrazioni fiscali per gli inquilini degli alloggi sociali (31,8 milioni), è altrettanto vero che è aumentata - secondo quanto riferito dagli esperti della Cgia - la tassazione delle rendite finanziarie (2,6 miliardi), l'Imu sui terreni montani (268,7 milioni) il peso del fisco sui fondi pensione (260 milioni), sui capitali percepiti sulle assicurazioni vita (150 milioni) e sul Tfr (140 milioni).
«Ovviamente - segnala Paolo Zabeo della Cgia - i dati vanno letti attentamente. Il taglio degli 80 euro è andato solo alle famiglie meno abbienti, il bonus bebè a quelle più giovani, mentre il cosiddetto ceto medio è stato penalizzato dal forte aumento registrato dalla tassazione sulle rendite finanziarie. Gli sgravi Irap alle imprese, invece, hanno premiato quelle con dipendenti e la decontribuzione totale Inps è andata solo a quelle che hanno assunto».
Per i lavoratori autonomi che lavorano da soli, e che costituiscono oltre il 70% degli artigiani e dei commercianti, non c'è stato alcun vantaggio, mentre gli autotrasportatori si sono visti addirittura aumentare il carico fiscale di ben 39 milioni di euro per la riduzione delle deduzioni forfettarie imposta dal governo.
«Va bene l'abolizione della tassa sulla prima casa - conclude Zabeo - Questa misura infonderebbe fiducia alle famiglie, con una probabile
ricaduta positiva sui consumi. Tuttavia, sarebbe auspicabile trovare le risorse per alleggerire il carico fiscale sul popolo delle partite Iva che in questi ultimi anni non ha beneficiato di alcun sgravio significativo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.