"Sette proposte per sostenere gli artigiani"

La ricetta di Confartigianato: "L'Imu sugli immobili strumentali sia deducibile"

"Sette proposte per sostenere gli artigiani"

Roma - Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, con la legge di bilancio il governo punta al rilancio dei consumi. Siete d'accordo?

«Quindici miliardi della manovra saranno dedicati ad evitare l'aumento delle aliquote Iva e certamente ciò va nella direzione di sostenere i consumi interni e l'artigianato apprezza lo sforzo. Tuttavia c'è necessità di uno choc molto più robusto per riavviare il circuito virtuoso consumi -produzione - distribuzione che ha subito la depressione di otto anni di crisi. Continuiamo a pensare che solo la riduzione della spesa pubblica - che non diciamo sia facile, beninteso - può consentire una più corposa riduzione della pressione fiscale».

La riduzione della pressione fiscale per le aziende prospettata dal governo è sufficiente?

«Sulla partita del fisco noi abbiamo un conto aperto con il governo. Mi riferisco alle misure di semplificazione e di riduzione degli oneri già previste nella delega fiscale che dovevano entrare nella legge di Stabilità dello scorso anno ma poi non se ne è fatto nulla. Quest'estate, il presidente del Consiglio Renzi ha annunciato ad artigiani e piccoli imprenditori meno tasse e più semplici da pagare. È il momento di realizzare la promessa».

Quali misure servono?

«Noi abbiamo presentato sette proposte. Tassazione dei redditi delle imprese in contabilità semplificata secondo il criterio di cassa e non di competenza; deducibilità totale dell'Imu sugli immobili strumentali; unificazione di Imu e Tasi in una imposta unica sui servizi; introduzione dell'Iri, la nuova imposta sul reddito d'impresa, una tassa fissa per le imprese individuali uguale a quella delle società di capitale che consentirebbe alle piccole imprese di reinvestire gli utili in azienda; innalzamento della franchigia Irap dall'attuale importo di 13.000 euro alla più congrua cifra di 20.000 euro; introduzione della neutralità fiscale per le cessioni d'azienda a titolo oneroso; riforma degli studi di settore per trasformarli da armi di accertamento automatico, a strumenti per rafforzare la compliance».

Perché il regime di cassa e così importante?

«Perché consente di pagare le tasse dopo l'incasso delle fatture. Le imprese in contabilità semplificata interessate da questo intervento sono il 58,2% del totale e si tratta di aziende maggiormente esposte al rischio di chiedere un prestito in banca per pagare le imposte».

Ci sono politiche fiscali specifiche per le pmi da adottare subito?

«Dagli incontri che in questi giorni abbiamo avuto con esponenti del governo, abbiamo riscontrato la disponibilità a lavorare sulle nostre proposte. Mi auguro si dia gambe alle buone intenzioni e che sia la volta buona per imprimere una sterzata positiva alla politica fiscale italiana e sostenere davvero il rilancio delle piccole imprese. Accanto a queste occorre che le misure di agevolazione fiscale per i contratti di secondo livello, introdotte dalla legge di Stabilità dello scorso anno, siano concretamente fruibili anche per le imprese e i lavoratori che applicano contratti territoriali come secondo livello e non solo aziendali».

Riforme costituzionali e referendum: qual è la vostra posizione?

«Abbiamo espresso a giugno nel corso della nostra Assemblea la nostra posizione sul referendum per le

riforme costituzionali: siamo favorevoli - anche se non tutto ci convince - ma non vogliamo essere caricati sul carro del Sì. Siamo orgogliosamente e testardamente abituati a fare da noi, verso il futuro ci andiamo da soli».

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