È il giorno decisivo per fare chiarezza nei rapporti tra Silvio Berlusconi e Denis Verdini. Dopo l'incontro interlocutorio della scorsa settimana il presidente di Forza Italia e l'ex coordinatore del partito si vedranno oggi per stabilire se ci sono le condizioni per continuare a dimorare sotto lo stesso tetto politico. Berlusconi non vorrebbe rompere, non nasconde il suo dispiacere per la distanza strategica che oggi lo divide da Verdini. Appare intenzionato a proporre un ruolo da «ambasciatore» presso la maggioranza al parlamentare toscano. Tanto più se dovesse riaprirsi un canale di dialogo sulla legge elettorale - sul ritorno al premio di coalizione - e sulle riforme costituzionali, alla luce dei nuovi e più equilibrati rapporti di forza.
Non sarà facile, però, nonostante il reclutamento verdiniano non proceda affatto a vele spiegate e le regole di ingaggio dettate da Matteo Renzi e Luca Lotti per la confluenza nella maggioranza (comporre un gruppo di dieci senatori che oggi non votino per la maggioranza) appaiano difficili da rispettare, operare la ricucitura con Verdini. Certo il ritorno di Renzi a una identità politica più decisa potrebbe rendere meno agevoli le «collaborazioni esterne» con il premier. Ma Verdini non sembra tentennare nel suo progetto di «soccorso azzurro».
Manca ancora una data certa ma nasce sotto ben altri auspici, invece, l'incontro tra Berlusconi e Matteo Salvini tra cui sono frequenti i contatti telefonici. L'ex premier, galvanizzato dal risultato elettorale, intende incontrare il leader leghista al più presto perché «la politica va veloce, dobbiamo tenerci pronti. Finita la luna di miele, Renzi viene misurato sui fatti e tutto diventa più difficile». Tanto più che si inizia anche a ragionare su un «election day» che potrebbe comprendere oltre Milano e Napoli anche Roma.
L'idea è quella di concentrarsi con Salvini su battaglie comuni - flat tax, sicurezza, immigrazione clandestina - piuttosto che discutere ora della leadership. Da questo punto di vista non è passata inosservata l'iniziativa lanciata da Mariastella Gelmini per una raccolta firme - che partirà già nei prossimi giorni - per l'impiego delle Forze armate a difesa della mobilità, dei ferrovieri e dei cittadini. «Le violenze partite da Milano non finiscono mai e l'emergenza sicurezza sui treni e nelle stazioni sta invadendo l'Italia» spiega. «Chiedo al governo cosa aspetti a muoversi». Una proposta concreta che potrebbe diventare il primo banco di prova e una prima occasione di collaborazione concreta con la Lega.
Dentro Forza Italia si guarda con attenzione verso Ncd, dove molti senatori vivono con crescente imbarazzo lo strapotere renziano. Sul fronte del rilancio del partito Berlusconi continua a programmare il suo ritorno sul territorio. E pare che Andrea Ruggeri, responsabile rapporti con le tv, stia a sua volta setacciando l'Italia e facendo scouting in cerca di volti nuovi. Sullo sfondo crescono le ironie sulla promessa renziana di tornare al suo «io» originario. «Chi sta parlando a Porta a Porta ? Renzi 1 o Renzi 2?» si chiede Renato Brunetta.
«Avevamo già pensato, leggendo le interviste, che il presidente del Consiglio (si fa per dire) avesse qualche serio problema, qualcosa di irrisolto che si annidava nella sua mente contorta. Adesso ne abbiamo la certezza. Renzi ha raggiunto il livello di guardia, è da Tso, trattamento sanitario obbligatorio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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