Tav, minacce alla barista degli operai

«Giuda, vendi la valle per 30 caffè», la scritta sulla vetrina del locale di Chiomonte

«Giuda vendi la valle per 30 caffè». Questa scritta minacciosa scritta con la vernice spray rossa è comparsa la notte scorsa sulle vetrine del bar «Paprika» di Chiomonte, in Val di Susa, frequentato abitualmente dai lavoratori del cantiere Tav. La titolare del bar, Lucrezia Bono, 24 anni, consigliera comunale di Chiomonte, ha sporto denuncia ai carabinieri di Susa dopo che al suo arrivo nell'esercizio ha trovato la scritta, oltre alla vetrina e al déhors danneggiati. «Serviamo il caffè a tutti, così facendo si danneggia soltanto una famiglia della valle», dice. Scritte dal tenore analogo come «Qui vive chi devasta la valle» sono comparse anche sulle case dove vivono i lavoratori del cantiere. Sul caso indagano i carabinieri di Susa e la Digos.

«È davvero assurdo che i No Tav, che dicono di voler difendere il territorio, colpiscano piccole attività locali e lavoratori perbene. Ed è vergognoso che essi, accecati da una fantomatica battaglia territoriale, non si facciano scrupoli ad adottare le stesse tecniche intimidatorie usate dalla mafia». Così Stefano Allasia, deputato della Lega Nord, e Alessandro Benvenuto, consigliere regionale del Carroccio.

«C'è chi teorizza la violenza e chi la mette in pratica, ma i violenti sappiano che, come non l'hanno avuto in passato, non avranno spazio in futuro. La costruzione della Tav è ormai una realtà acquisita dalla quale l'Italia e l'Europa non torneranno indietro», dice Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare.

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