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Dalla Tav al porto di Olbia Ecco le opere a rischio stop

L'inchiesta potrebbe rallentare i lavori per ferrovie e autostrade. Il caso Expo

Dalla Tav al porto di Olbia Ecco le opere a rischio stop

RomaTratte ferroviarie di alta velocità in tutta Italia, autostrade, il nuovo terminal del porto di Olbia, il Palazzo Italia della prossima Expo milanese. Sono questi le principali opere «gestite» dal sistema Incalza e che ora rischiano lo stop a seguito dell'inchiesta fiorentina.

Partiamo dalle ferrovie: l'opera da cui è partita l'inchiesta è il nodo Tav di Firenze, che prevede il sottoattraversamento della città, il cosiddetto passante ferroviario di Firenze. C'è poi la Brescia-Verona, ovvero la tratta orientale della linea ad alta velocità Milano-Verona che dovrebbe ridurre il tempo di percorrenza da 81 a 43 minuti. Ancora, la tratta ferroviaria sempre ad alta velocità Firenze-Bologna; la tratta ferroviaria Alta velocità Genova-Milano del Terzo Valico di Giovi, che si sviluppa complessivamente per 53 km, di cui 37 in galleria, e attraversa 12 comuni delle province di Genova e di Alessandria.

Ci sono poi alcune autostrade: la Civitavecchia-Orte-Mestre, che dovrebbe ricalcare il percorso della E45 da Orte a Cesena e poi della Romea da Ravenna a Mestre, un'opera lunga oltre 400 km e già molto contestata; la cosiddetta autostrada Cispadana, a gestione regionale, che con un percorso di 67 km collegherà i caselli di Reggiolo Rolo sull'A22 e quello di Ferrara sud sull'A13; l'autostrada Eas Ejdyer-Emssad in Libia.

Altre opere interessate dall'inchiesta fiorentina sono il cosiddetto Palazzo Italia, una delle opere centrali dell'Expo 2015 che si aprirà tra un mese e mezzo e che viene descritto sul sito della kermesse milanese come il «cuore simbolico dell'intero spazio, destinato a rimanere anche nel periodo post-Expo come polo dell'innovazione tecnologica al servizio della città»; il nuovo terminal del porto di Olbia; e la molatura delle rotaie da parte dalla società Ferrovie del Sud Est e in favore della società Speno International.

Opere che, come detto, rischiano ora uno stop. Lo chiedono a gran voce i deputati cinque stelle Laura Castelli e Ivan Della Valle: «Chiediamo con forza una legge anticorruzione e che vengano immediatamente riaperti i tavoli di discussione per tutte le opere infrastrutturali collegate all'operato di Incalza: non è questo un affare della sola procura di Firenze, tutte le procure dovrebbero mobilitarsi sulla base delle miriadi di denunce arrivate dalla società civile nei confronti di Incalza».

E le parlamentari Sel

Alessia Petraglia e Marisa Nicchi ricorda che il loro partito «da tempo, chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sulla Tav: i fatti di queste ore ci dicono che la sua istituzione non è più rinviabile».

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