
Tutto come previsto. Da una parte chi la guerra l'ha iniziata e cerca di tergiversare in ogni modo per proseguirla a suo piacimento. Dall'altra chi l'ha subita e sta cercando in tutti i modi di farla finire. Nel mezzo, insieme ai mediatori turchi, una distanza che sembra essere, per il momento, incolmabile, al netto di pressioni che diventano ogni giorno sempre più forti. Il primo e per ora unico faccia a faccia diretto tra la delegazione russa e quella ucraina è durato meno di due ore. Un piccolo passo, per chi vuole vedere l'aspetto positivo. Un completo nulla di fatto per chi la pensa al contrario. Poco, pochissimo di concreto nella realtà dei fatti
«La Russia avanza richieste inaccettabili per far fallire i colloqui», dicono da Kiev. Da quanto traspare infatti, Mosca chiede di cedere i territori ucraini parzialmente occupati ancor prima di un cessate il fuoco. «Condizioni fuori dal mondo», ancora Kiev. La delegazione russa guidata da Vladimir Medisky vuole, anzi pretende, Donetsk, Lugansk, Zaporizhzha, Kherson e ovviamente la Crimea, annessa unilateralmente nel 2014. Nonostante l'evidente nervosismo, la delegazione ucraina guidata dal ministro della Difesa Rustem Umerov ha provato il rilancio, nella speranza di portare la trattativa a un altro livello. «Il prossimo passo dovrebbe essere organizzare un incontro a livello di leader, Zelensky-Putin», ha detto Umerov. «Abbiamo preso nota di questa richiesta», ha replicato Medinsky, dopo che Putin ha negato la sua partecipazione al tavolo sebbene fosse stato lui stesso a proporlo. Medinsky ha poi detto che le parti hanno «la propria visione di un possibile cessate il fuoco» e che continueranno il negoziato anche se, chiarisce senza dubbi la posizione russa: «Chi propone il cessate il fuoco non conosce affatto la storia. Di norma, come diceva Napoleone, guerra e negoziati si svolgono sempre contemporaneamente». L'unico risultato reale che si è ottenuto è uno scambio di prigionieri di guerra su vasta scala che riguarda mille russi in cambio di mille ucraini. Se portato a termine sarebbe il più grande scambio dall'inizio del conflitto. «Come Turchia, continueremo a compiere ogni sforzo per rendere possibile il raggiungimento di una pace duratura tra Russia e Ucraina», ha invece detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, confermando che le parti hanno «concordato in linea di principio di incontrarsi nuovamente».
Ma la posizione russa, intransigente e per nulla disposta a una qualsiasi forma di compromesso, fa infuriare l'Occidente. Dagli Usa, che tramano per spingere a un accordo, all'Europa che minaccia e attacca. Passando ovviamente per Zelensky. «La Russia non vuole il cessate fuoco, è chiaro al 100% che Putin continua a minare la diplomazia», ha detto. «L'Ucraina ha bisogno di pace. E la pace in Europa dipende dal fatto che l'Ucraina riesca a ottenerla», ha aggiunto prima ancora di ottenere il sostegno dei «volenterosi» nella chiamata di gruppo a Donald Trump. Che siano sanzioni rafforzate o pressioni, dirette o indirette, è chiaro che ci stia muovendo in quella direzione dopo l'ennesimo bluff di Putin. Le parole dei leader europei verso lo Zar sono durissime. «Zelensky era pronto a incontrarsi, il presidente Putin non si è mai presentato, e questo dimostra la vera convinzione di Putin: non vuole la pace, quindi dobbiamo aumentare la pressione, ed è per questo che stiamo lavorando a un nuovo pacchetto di sanzioni», ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «Quello che abbiamo visto in Turchia è una ulteriore prova che Putin non è serio sulla pace ed è molto importante essere chiari sul fatto che deve esserci un cessate il fuoco», ha detto il premier britannico, Starmer. «Ancora una volta, rifiutando il cessate il fuoco e il dialogo con l'Ucraina, la Russia dimostra di non volere la pace e di cercare semplicemente di guadagnare tempo continuando la guerra».
Il Cancelliere tedesco Merz invece parla di «fallimento dei negoziati» ma aggiunge che non ci si deve arrendere. La volontà comune di isolare Putin, metterlo spalle al muro e costringerlo a trattare seriamente è chiara. Riuscirci per davvero è la vera impresa.
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