Roma - La telefonata è partita da Palazzo Grazioli ed è stata lunga e cordiale. Una chiacchierata - quella tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi - incentrata sì sulle questioni estere («ho parlato con Putin, bisogna fare attenzione ed essere cauti perché è molto, molto determinato», ha ammonito l'ex premier) ma nella quale si è affrontato anche il capitolo riforme e quello giustizia. I due si rivedranno a breve per parlarne di persona, anche se - causa l'agenda fitta di Renzi - il faccia a faccia dovrebbe slittare dopo il 15 settembre. E solo allora si capirà se è possibile che il patto del Nazareno si allarghi ad altri fronti, magari al delicatissimo capitolo giustizia. Perché - sarebbe stato il ragionamento del leader di Forza Italia e del premier nel corso della telefonata - se si trova un punto d'incontro sulle questioni considerate «irrinunciabili» allora una convergenza è possibile. Una disponibilità da parte di Berlusconi, insomma, ci sarebbe. Con un Renzi che al momento sarebbe possibilista. Si vedrà.
Ma in queste ore l'ex premier ha ripreso in mano anche la questione partito. Che Berlusconi ragioni da tempo su un rilancio di Forza Italia non è infatti un mistero, tanto che continueranno anche a settembre le cene di fund raising organizzate dalla tesoriera Mariarosaria Rossi. Sul tavolo, però, ci sono anche i nuovi assetti di un partito all'interno del quale si registrano diversi malumori, sia per una linea troppo morbida nei confronti del governo, sia per una divergenza di vedute sul come selezionare la classe dirigente (primario o congressi?). E proprio su quest'ultimo fronte potrebbero esserci tensioni. Ieri, infatti, Raffaele Fitto - ormai da mesi sostenitore delle primarie e in polemica con buona parte dei big azzurri - non ha avuto alcun incontro con Berlusconi come inizialmente annunciato. I contatti, invece, si sarebbero limitati ad un faccia a faccia con Denis Verdini, collettore a piazza San Lorenzo in Lucina delle varie parite territoriali che si stanno giocando dentro Forza Italia.
Fitto, da parte sua, tira dritto sulle primarie, tanto che mercoledì ha riunito a Monopoli i quadri dirigenti azzurri della Puglia proprio per ribadire che «sono lo schema migliore»: per designare il candidato alle regionali pugliesi che si terranno in primavera (primarie aperte a Ncd, Udc e società civile) e per «rilanciare il centrodestra in Italia». Primarie che fanno però fatica a prendere quota in altre realtà, a partire dalla Calabria dove le regionali sono in calendario già il 26 ottobre (ma slitteranno di certo a novembre). Qui il centrodestra sembra infatti convergere su Wanda Ferro, presidente della provincia di Catanzaro. E solo il coordinatore calabrese di Ncd Antonio Gentile - che ieri ha incontrato Verdini - pare essere contrario (ma non il resto dei big locali del suo partito, a partire da Giuseppe Scopelliti). Una partita, quella calabrese, che potrebbe complicarsi parecchio, visto che non è escluso entri in scena come outsider l'imprenditore del tonno Filippo Callipo, già candidato nel 2010 con l'Idv. La prossima settima, infatti, Callipo incontrerà Gianroberto Casaleggio (il faccia a faccia era inizialmente in programma domani) che sta ragionando se candidarlo governatore per il M5S.
Sul tavolo di Verdini anche la partita dell'Emilia Romagna, altra regione dove - tra polemiche sulle primarie e veti incrociati - il centrodestra non ha ancora individuato un candidato.
Un quadro piuttosto complesso, del quale potrebbe iniziare ad occuparsi Berlusconi la prossima settimana. La prossima settimana, infatti, l'ex premier vorrebbe incontrare a Palazzo Grazioli tutti i coordinatori regionali azzurri così da fare il punto della situazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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