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Il tempismo perfetto per il tributo alla moglie: i due giocano in tandem

C'è un'eleganza anche nelle premure di due che stanno insieme. Sono mosse precise e senza sbavature, gesti puntuali, che non arrivano prima o dopo, ma esattamente quando devono arrivare, dove devono arrivare.

Il tempismo perfetto per il tributo alla moglie: i due giocano in tandem

C'è un'eleganza anche nelle premure di due che stanno insieme. Sono mosse precise e senza sbavature, gesti puntuali, che non arrivano prima o dopo, ma esattamente quando devono arrivare, dove devono arrivare. È una chimica complessa, la si impara col tempo, misurando i confini dell'altro, sposando le rispettive forme. Una coppia riuscita è una coppia elegante, come certe partite di doppio a tennis. Si copre la fetta di campo che l'altro lascia sgombra e non si invade mai la porzione di terra rossa che invece gli serve per rispondere in slice. L'omaggio che Mario Draghi ha rivolto a sua moglie, salutando gli studenti della scuola Alighieri di Sommacampagna, ci ha fatto venire in mente esattamente questo. I ragazzi gli hanno offerto una rosa da portare alla sua compagna, e al presidente del Consiglio è salita spontanea un'ammissione che pochi uomini sono disposti a concedere nell'arco di una vita: che, senza sua moglie, oggi non sarebbe Mario Draghi. «Le devo effettivamente gran parte di quello che ho fatto negli ultimi quaranta-cinquant'anni. Ogni tanto mi vengono in mente la quantità di fesserie che avrei fatto se non ci fosse stata lei. E anche alla capacità di capire il momento psicologico, ne ho attraversati tanti nella mia vita. E poi la famiglia che si è creata, i figli, i nipoti della vostra età. Quindi è tutta una storia bella che si centra su di lei, quindi un applauso per lei». Lei si chiama Maria Serenella Cappello, e una delle poche volte che è apparsa «in pubblico» (in realtà i cronisti li avevano attesi fuori dai seggi elettorali nel 2018) era stata svelta e ironica a «coprire la fetta di campo». Il nome di Draghi imperversava già tra quelli dei «tecnici» che sarebbero potuti diventare il nuovo presidente del Consiglio. Davanti alle domande insistenti dei giornalisti, lui (allora presidente della Bce) aveva sorriso, non aveva proferito verbo ed era salito in auto. Fu la moglie a rispondere: «Ma lui non lo fa il governo, non è un politico». Dalla macchina partì un complicissimo rimprovero: «Dai, stai zitta!». E lei si infilò in auto portandosi dietro una fragorosa risata. Anche in quel finto battibecco c'era la perfezione. L'esatto spazio che si prende lei, quello che finge di non concederle lui, la frizione e la reazione. Match point. Strano incontro il matrimonio.

Non c'è niente da vincere ma c'è da mettersi all'altezza della prova.

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