
Una sezione distrutta, con danni da quantificare ma stando alle prime stime attorno ai 100mila euro, quattro poliziotti feriti e una situazione di rischio accentuata dal sovraffollamento e dalla carenza di organici da tempo denunciata.
Sono state ore di forte tensione ieri a Genova per i disordini all'interno del carcere di Marassi, con circa 200 detenuti della seconda sezione che in un'escalation di violenza hanno occupato e vandalizzato i locali del piano terra, tra cui anche le aule della scuola. Una rivolta nata da un regolamento di conti tra due fazioni di detenuti che, stando a quanto riportato da alcuni sindacati, sarebbe stato innescato da un presunto stupro di un detenuto. Un episodio risalente alle 24 ore precedenti. La vittima dopo l'aggressione ha dovuto fare ricorso alle cure ospedaliere. E, una manciata di ore più tardi, si è scatenato il caos nella struttura, con alcuni detenuti che hanno raggiunto anche il tetto, tenendo in scacco un intero quartiere presidiato da carabinieri e polizia all'esterno, in tenuta antisommossa. All'interno, per riportare la calma, sono dovuti intervenire i rinforzi, circa 100 agenti della penitenziaria richiamati anche da altre carceri liguri, perché al momento delle cintille erano una quarantina in tutto i poliziotti in servizio, soli a fronteggiare la rivolta di 200 detenuti che hanno distrutto l'intero piano terra. Oltre due ore per rimettere in sicurezza la struttura, ma sulla scia dell'accaduto restano gli allarmi su sovraffollamento e carenza di organici, in un carcere da più parti indicato dalla politica come «vecchio» e inadeguato per le capienze come quello di Marassi che ospita 700 detenuti a fronte di 480 posti.
«Serve subito deflazionare la densità detentiva - sottolinea Gennarino De Fazio, Segretario della Uilpa penitenziaria - rimpinguando organici mancanti di 18mila agenti», su base nazionale. «L'estate - conclude - non è ancora iniziata, ma il clima nelle prigioni è già rovente».