Tensione sul Mar Nero: marinai russi sparano contro una nave inglese

Colpi di avvertimento. Mosca: "Violate le nostre acque". Ora c'è il rischio escalation

Tensione sul Mar Nero: marinai russi sparano contro una nave inglese

I russi fanno i duri, gli inglesi gli gnorri. Una cosa però è certa, a poco più di una settimana dalla calma piatta del summit Biden-Putin sulle rive ginevrine del Lemano la flotta di Sua Maestà ha rischiato lo scontro con le forze di Mosca nel ben più turbolento Mar Nero. Il «casus belli» , per poco evitato, resta quella penisola di Crimea che Mosca sostiene di aver legittimamente annesso dopo il referendum del marzo 2014 mentre Londra, e tutta la Nato, la considerano ancora parte dei territori di Kiev. Proprio per ribadire questa posizione il cacciatorpediniere di Sua Maestà Defender, salpato ieri mattina dal porto ucraino di Odessa alla volta della Georgia, raggiunto Capo Fiolent, un promontorio all'altezza di Sebastopoli, è entrato per almeno due miglia nelle acque su cui il Cremlino reclama piena sovranità.

Sovranità immediatamente ribadita a colpi di cannone e di bombe da 250 chili. «Alle 12.06 e alle 12.08, una motovedetta ha sparato alcuni colpi di avvertimento. Alle 12.19 un Su-24M (cacciabombardiere russo, ndr) ha messo a segno un bombardamento d'allerta sganciando 4 bombe Ofab da 250 chili lungo la rotta del Defender» - recita un comunicato della Difesa russa spiegando che l'azione «costringeva l'Hms Defender a lasciare le acque della Federazione Russa». Affermazioni a cui ha fatto riscontro la candida indifferenza di Londra pronta ad ammettere soltanto un «innocente passaggio attraverso le acque territoriali ucraine nel rispetto delle leggi internazionali». Un sottile gioco tra smentita e provocazione in cui cannonate e bombe russe diventavano un indistinto rumore di fondo. «Pensiamo - chiarisce un rassicurante comunicato della Difesa di Sua Maestà - che i russi fossero impegnati in manovre d'artiglieria nel Mar Nero e abbiano voluto allertare la comunità marittima avvisandoci delle loro attività. Non ci sono stati colpi diretti verso l'Hms Defender e non confermiamo le dichiarazioni sulle bombe sganciate lungo la sua rotta».

Ma il tranquillizzante resoconto veniva platealmente smentito da Jonathan Beale, un inviato della Bbc presente a bordo del cacciatorpediniere britannico. Beale dopo aver spiegato che la nave aveva «appena completato un passaggio attraverso le acque territoriali della Crimea occupata dalla Russia» parlava di «azione deliberata dell'unità britannica» ed elencava i numerosi «avvertimenti» russi. «Sopra le nostre teste si sente ancora il brusio dei jet, a tratti c'erano più di 20 aerei in volo di certo abbiamo sentito sparare dei colpi anche se 0fuori tiro. Durante il tragitto l'equipaggio del Defender - racconta l'inviato - è stato in grande allerta e, ad un certo punto, ha indossato le maschere anti-fiamma usate per proteggere il volto in caso di scambio di colpi».

Insomma un resoconto giornalistico assai meno rassicurante dei comunicati con cui Londra ha ridimensionato l'intervento russo e smentito qualsiasi volontà provocatoria limitandosi a rimarcare la sovranità di Kiev sulla Crimea. Nonostante l'apparente rasserenamento dei rapporti concordato durante il summit Biden- Putin la Nato sembra dunque decisa a mantenere alta la pressione sull'Ucraina. Un atteggiamento confermato dalla costante presenza delle sue navi nel Mar Nero. Ma si tratta di una partita estremamente pericolosa.

Perchè in assenza di una trattativa diplomatica e di un ritorno agli accordi di Minsk, ventilato nell'incontro Putin-Biden, una scintilla come quella registrata ieri rischia di scatenare una pericolosa escalation bellica.

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