Tenta di sedare una lite: poliziotto accoltellato

Era intervenuto in una tabaccheria dove moglie e marito stavano discutendo. È grave

Tenta di sedare una lite: poliziotto accoltellato

Roma «Agente ferito, agente ferito» urla il poliziotto alla radio. Ma l'ambulanza non arriva e Yuri Parlato, 31 anni, capopattuglia della volante 8 viene portato in ospedale dai colleghi con l'auto di servizio.

Non è un film. «Il collega perdeva sangue e dovevamo tenere fermo l'arrestato» raccontano. Una situazione al limite. Far West a Tor Bella Monaca, il Bronx della capitale, ieri pomeriggio. I poliziotti intervengono per una lite tra due coniugi in via dei Cochi, alle spalle di via dell'Archeologia. Pietro Maruca, 60 anni, e sua moglie si stanno separando. I due sono in tabaccheria, scoppia la lite. Quando l'uomo sente la sirena esce dal negozio, entra nella sua auto e fugge a tutta velocità. Gli agenti dietro. Pochi metri e la pattuglia gli taglia la strada e lo costringe a fermarsi.

Pietro non frena e sperona la «pantera». È furibondo, probabilmente sotto l'effetto di cocaina. Quando Parlato prova a bloccarlo lui per tutta risposta estrae un lungo coltello a serramanico. Venti centimetri di lama colpiscono l'agente al torace. Un attimo ed è a terra in un lago di sangue, Maruca in manette. Bisogna fare presto. Ma il numero unico delle emergenze fa da filtro con il 118. Sono secondi, spesso minuti, preziosi proprio in caso di emergenza.

«Dove vi trovate, all'altezza di quale civico, qual è il problema esattamente?». L'operatore dall'altra parte probabilmente non si rende conto della situazione, forse è solo il protocollo da seguire alla lettera. Fatto sta che il 118 non ha ancora ricevuto la richiesta. I colleghi prendono una decisione: lo caricano sui sedili posteriori della volante e si precipitano all'ospedale più vicino, il policlinico Casilino. Dall'ospedale Vannini, vista la gravità, i medici lo trasferiscono all'Umberto I dove entra in Terapia Intensiva. «Condizioni stabili e prognosi riservata» dicono. Pietro, precedenti per resistenza e droga, viene arrestato con l'accusa di tentato omicidio aggravato.

Il figlio Manuel, 18 anni appena, muore due anni e mezzo fa durante un inseguimento con la polizia. Il ragazzo era stato trovato altre volte alla guida di una Fiat 500 senza patente.

Quel maledetto sabato pomeriggio del 5 novembre 2016, quando a un posto di blocco tentano di fermarlo, Manuel accelera, fa inversione a U e da via di Torrenova imbocca contromano la rampa del Raccordo Anulare. Centra quattro auto, ferisce due persone e muore sul colpo.

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