Tentato omicidio del giudice Usa anti-aborto. Ma i media americani nascondono la notizia

Un uomo armato a casa di Kavanaugh. Poca eco: lui è un conservatore

Tentato omicidio del giudice Usa anti-aborto. Ma i media americani nascondono la notizia

I giudici della Corte suprema americana, una branca del potere legislativo, sono figure quasi sacrali. Eccelsi uomini di legge, autori di svariate monografie, vengono scelti dal Presidente e dal Congresso dopo una selezione durissima. Una volta nominati, possono restare, se lo desiderano, a vita. Forse anche per questo, almeno nell'ultimo secolo, nessuno ha mai minacciato la loro vita, quando invece presidenti, parlamentari, candidati, governatori, sono stati uccisi o feriti.

Oggi però anche loro sono nel mirino, visto che mercoledì il giudice Brett Kavanaugh è sfuggito per poco alle grinfie di chi ha cercato di penetrargli in casa con una pistola semiautomatica, un coltello, un martello, un cacciavite. Arrestato, l'attentatore ha confessato di volere uccidere il giudice in quanto contrario all'aborto.

Già giorni fa, dopo la notizia del rigetto da parte della Corte della Sentenza Roe vs Wade, che a suo tempo legalizzò l'aborto, il Dipartimento di Stato aveva messo in guardia i membri della Corte, che sono personalmente scortati, ma non i loro familiari. Non si tratta di un gesto di un folle, o forse sì, ma innestato su un clima di violenza politica che raramente ha raggiunto questi livelli.

Tre elementi ci devono far riflettere. Il primo che, nonostante la gravità del caso, solo il Wall Street Journal tra i grandi quotidiani l'ha enfatizzato, e nulla troviamo sui grandi giornali di altri paesi. Pensiamo solo se, a parti invertite, un suprematista bianco avesse cercato di massacrare un giudice «progressista». Uccidere i conservatori, soprattutto se contrari all'aborto, non è reato?

La seconda riflessione riguarda l'accesso di violenza dei gruppi abortisti, che fa il paio con quella dei gruppi anti, ma la supera. Come conosceva l'attentatore l'indirizzo di casa di Kavanaugh? Perché i gruppi abortisti l'hanno pubblicato sui loro siti, invitando a manifestare fuori dal suo giardino. Il loro seguace li ha presi sul serio.

La terza questione riguarda Kavanaugh in specifico: benché non sia l'unico conservatore, in una corte costituita in maggioranza da figure scelte dai Repubblicani, egli è il più odiato. Già ai tempi della sua nomina, nel 2018, i democratici e i media liberal organizzarono una caccia alle streghe, accusandolo ingiustamente di violenza sessuale.

E, ancora di recente, il capogruppo in Senato dei democratici, l'ha minacciato, avvisandolo che avrebbe «pagato il prezzo» delle sue decisioni. Un attacco senza precedenti a un membro della Corte. Una character assassination mediatico-politica, di cui in Italia abbiamo illustri precedenti: che finisce sempre per armare la testa, e poi la mano, degli assassini.

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