Aveva quasi raggiunto la meta, percorrendo con la sua famiglia l'ultimo tratto della galleria d'asfalto che collega il limbo di frontiera italiano di Ventimiglia con il sogno francese e la speranza di una nuova vita in Europa. E invece il viaggio si è interrotto per sempre. Si può morire così, nell'era dell'esodo perenne. A 17 anni, sul ciglio di un'autostrada calpestata ogni giorno da instancabili migranti che tentano di oltrepassare il confine eludendo i controlli. Calcata da tir e automobili che sfrecciano accanto a ombre lente e indistinte, che appaiono e scompaiono nell'istante di un flash di un paio di fari. Si può morire, così, come accaduto ieri a una ragazza africana che insieme ad altre sette persone camminava lungo l'autostrada dei fiori tra Ventimiglia Mentone.
Stava attraversando la Cima Girata, il tunnel che collega i due paesi e che in questi mesi è diventata la principale via di fuga dall'Italia verso nord, quando è stata travolta e uccisa da un camion guidato da un uomo di nazionalità spagnola. Il gruppo si trovava a circa 50 metri dalla linea di frontiera che separa il territorio italiano da quello francese. Il mezzo pesante si è trovato davanti la ragazza e l'impatto mortale è stato inevitabile. Il camionista, indagato per omicidio colposo, è stato colto da un malore per lo choc. La polizia ha confermato che l'uomo è risultato negativo all'alcol test. Sul posto sono intervenute tre pattuglie della stradale di Imperia che ora cercheranno di ricostruire la dinamica del sinistro: stando alle prime indagini la giovane sarebbe stata investita mentre tentava di attraversare la carreggiata all'interno della galleria. Non hanno potuto fare nulla i soccorsi del personale medico del 118 che ha raggiunto immediatamente il luogo dell'incidente. Gli altri migranti, a quanto si apprende eritrei, sono stati riportati al centro di accoglienza allestito al Parco Roja di Ventimiglia. Uno di loro è stato ricoverato sotto choc.
«L'Amministrazione prova un profondo senso di angoscia nell'apprendere la notizia della morte di questa giovane ragazza - ha detto sindaco Enrico Ioculano - Il sistema Europa così organizzato si manifesta non adeguato per affrontare l'onda migratoria contingente e questa morte ne è un'agghiacciante conseguenza. Non possiamo non sentirci tutti responsabili, in questo momento il silenzio è d'obbligo. Da domani iniziamo tutti a ripensare il sistema, per fare si che tragedie di questo tipo non accadano più». Eppure è una tragedia annunciata da tempo, da quando la zona di Ventimiglia è diventata l'ultima frontiera da attraversare per raggiungere l'Europa.
Dove si cammina, giorno e notte, in lungo e in largo in cerca di varchi, di sentieri nascosti tra i boschi, tra i binari delle ferrovie e lungo l'autostrada, rischiando la vita pur di essere invisibili all'occhio della vigilanza francese. Sul luogo dell'impatto continuano i rilievi, mentre si procede con l'identificazione della ragazza per ricostruire i passaggi della sua presenza in Italia.