È l'intero «sistema Italia» che deve uscire dalla quarantena. Non quella imposta per ragioni sanitarie, bensì quella creata da un ingiustificato panico e dalla stessa psicosi globale indotta da una cattiva gestione della comunicazione di questa situazione di emergenza. Forza Italia si sdoppia. E muove i suoi passi in due direzioni.
Da un lato approda a Bruxelles un'interrogazione firmata da Silvio Berlusconi e da tutti gli eurodeputati azzurri. «Solo venerdì scorso - si legge nell'interrogazione inviata alla Commissione europea - le Borse hanno bruciato 310 miliardi di euro. Il prezzo più caro però lo pagano piccole e medie imprese che registrano una crescente crisi di liquidità».
Ecco perché gli azzurri chiedono a Bruxelles che non si arresti il credito alle imprese. Allo stesso tempo, però, devono essere garantite anche le banche. Bisogna, si legge ancora nel testo dell'interrogazione, «sospendere le regole che disciplinano il trattamento dei cosiddetti crediti deteriorati». Berlusconi e gli altri deputati di Forza Italia si chiedono insomma «quali azioni intenda intraprendere la Commissione per avere norme che facilitino un flusso continuo di credito alle piccole e medie imprese, in particolare quelle delle zone colpite dal Coronavirus».
Sul fronte italiano, invece, Antonio Tajani, Giorgio Mulè, Anna Maria Bernini e Renato Brunetta hanno presentato il logo «ItalYes» sollecitando una strategia strutturale e di ampio raggio per risollevare l'economia ed evitare gli effetti più perniciosi che la crisi epidemiologica può avere sul tessuto sociale ed economico, non solo dell'Italia ma dell'intero continente europeo.
«A minaccia globale non può corrispondere riposta locale - spiega Giorgio Mulè -. La caduta del Pil e dei consumi non si può combattere soltanto con un differimento dei pagamenti». Mulè ha ricordato che questa mattina nella sede di piazza San Lorenzo in Lucina si riuniranno i trenta responsabili dei singoli dipartimenti del partito per analizzare con il direttivo tutte le criticità del sistema Italia. E il frutto di questo lavoro sarà nel rapporto da presentare a Conte già questa sera. Accompagnato anche dai loghi e gli slogan presentati ieri nella sede di Forza Italia. «Li mettiamo a disposizione di tutti - ha detto Tajani, mostrando ai cronisti i loghi predisposti - per evitare quanto accadde dopo l'epidemia Sars. «Ci vollero anni per uscire da quell'impasse. Dobbiamo aiutare le nostre aziende e il Made in Italy a non rimanere penalizzato da pregiudizi assolutamente fuorvianti».
«La maggioranza però - ha precisato la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini - deve garantire di accogliere anche le nostre proposte. Il concetto di collaborazione non può essere unilaterale. Venerdì, dopo il Consiglio dei ministri, vedremo se questo governo ha a cuore le sorti del Paese». Renato Brunetta esorta poi l'esecutivo e la Ue a dimostrarsi di vedute più lungimiranti. «Berlusconi ha evocato il piano Marshall - dice l'economista azzurro -. Diciamo che è come una sorta di New Deal. Proprio come fece Roosvelt per superare la crisi finanziaria del 1929, serve un massiccio impegno dello Stato per avviare cantieri e opere pubbliche».
Anche la Lega ha avanzato proposte concrete. E lo ha fatto per tramite di Gian Marco Centinaio e dello stesso Salvini, che ieri hanno incontrato il ministro con delega al Turismo, Dario Franceschini.
Tra le proposte anche l'emissione di voucher dalle agenzie di viaggio ai clienti che annullano il viaggio (o ne subiscono l'annullamento) e la detrazione fiscale alle famiglie che scelgono di
trascorrere le proprie vacanze in Italia. E comunque - come ha ribadito lo stesso Salvini - i soldi «messi sul piatto dal governo per affrontare questa emergenza sono troppo pochi. Serve una manovra di almeno 50 miliardi di euro».
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