Luigi Guelpa
A distanza di quasi 24 ore dal terremoto che ha colpito la Nuova Zelanda, e che ha provocato almeno 2 morti (uno schiacciato dalle macerie e l'altro d'infarto), un disperso e 76 feriti, la situazione rimane critica per i danni materiali a edifici e infrastrutture e per gli allagamenti. Gli aggiornamenti su twitter da parte del National Tsunami Warning Center sono sintomatici della veemenza del cataclisma, ma almeno hanno smesso di suonare le sirene, il cui suono sinistro ha annunciato per ore l'arrivo di tsunami. Ci sono state onde anomale alte fino a 4 metri, ma la macchina dei soccorsi ha permesso che la furia del mare non provocasse ulteriori vittime. La scossa, ufficialmente di magnitudo 7.9, è stata registrata attorno alla mezzanotte (le 12.03 di ieri in Italia) ad Hanmer Springs, un centinaio di km a nord di Christchurch, e a 16 km di profondità. Il sisma è stato avvertito innanzitutto a Christchurch, Wellington, Kaikoura e Marlborough, ma anche, con minore intensità, nelle città di Taranaki, Hamilton e Auckland. Pur essendo l'epicentro a terra, l'estensione della faglia attivata ha finito per interessare anche il fondale oceanico, generando lo tsunami. Ed è proprio contro gli effetti delle onde anomale che è scattata la lotta contro il tempo. Migliaia di persone sono state sfollate dal centro della capitale, Wellington, e da tutte le aree di costa bassa nella parte est della South Island. La locale protezione civile non ha invece emesso alcun ordine di evacuazione per la popolazione della terza città del Paese, Auckland, che sorge sulla punta nord della North Island. I residenti sono comunque stati avvisati di tenersi lontani dal mare. «La scossa ci ha sorpresi nella notte - raccontano alcuni abitanti di Christchurch - i mobili in casa si sono spostati da una parte all'altra e gli edifici si sono incrinati. Tutto questo è proseguito per quasi un minuto. Abbiamo acqua ed elettricità, ma sono le onde a terrorizzarci». Paura tra i turisti presenti negli alberghi, invitati ad abbandonare gli stabili solo le lesionati, in alternativa, come raccontato da una giovane coppia di olandesi in vacanza a Wellington «ci hanno raggruppato nei piani superiori dell'hotel, per scongiurare il muro d'acqua».
La città di Christchurch, vicina all'epicentro, si trova in una zona ad alto rischio sismico e il 22 febbraio del 2011, una scossa di magnitudo 6.3 provocò 185 morti, oltre mille feriti, e gravi danni a parecchi edifici. Cinque mesi prima, il 3 settembre 2010, una scossa più forte (7.0) aveva provocato qualche ferito.
L'alto numero di vittime e i danni del 2011 furono causati anche dalle lesioni del precedente terremoto. La Nuova Zelanda è collocata su una faglia che ogni anno si sposta di 4 centimetri, tra le placche tettoniche del Pacifico e dell'Oceania, dove ogni anno si registrano qualcosa come 14mila scosse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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