Trieste - Non credeva in Dio. Normale per una come lei, scienziata fino al midollo e atea per fede. Neppure, però, la convinceva il genere umano. «Non ho mai creduto troppo a nulla, poi non ho creduto assolutamente più a nulla» ammetteva in un'intervista a Panorama nel 2005. E forse aveva ragione, Margherita Hack, a non fidarsi. Ad un anno e mezzo dalla morte la sua eredità, tutta intera e senza eccezioni, neanche per i lasciti disposti in favore di alcuni amici e degli amati animali, è finita alla badante che dal 2008 assisteva l'astrofisica e il marito, Aldo De Rosa, scomparso il 26 settembre scorso.
Niente inganni né truffe. Tatjana Gjergo, la cinquantanovenne albanese che si prendeva presa cura della coppia, non ha fatto altro che ascoltare le volontà testamentarie lette dal notaio. Chi è Tatjana? «Era il 2007: io sottoposta ad un intervento al cuore, mio marito col femore rotto per una caduta. Tatjana con grande garbo si è occupata di noi e ha preso talmente in mano la gestione della casa che io ho fin troppo tempo per il lavoro», raccontava l'astronoma ai cronisti che passavano dal suo salotto di Trieste, affacciato sul giardino abitato dal cane e dai tre gatti di famiglia.
E per Tatjana la Hack, più volte candidata nelle fila del Pdci e quasi sempre eletta e subito ogni volta dimessasi per tornare alle amate stelle, si sarebbe battuta negli anni come una leonessa: «Sono indignata dalla mancanza di gentilezza con cui trattano queste persone in Questura quando vanno a rinnovare il permesso di soggiorno. Sappiamo bene che se venissero a mancare loro non ce la faremmo. All'ospedale dove hanno curato mio marito e me se non ci fossero stati gli infermieri polacchi, serbi, ucraini, tutto si sarebbe fermato», diceva al Corriere nella primavera del 2008. E per la donna, ormai di famiglia come testimoniano le foto pubblicate dalla Gjergo su Fb, aveva ritagliato uno spazio pure nel testamento.
Fino a modificare, nel febbraio del 2011, quello redatto già nel 2003. Nel più vecchio si stabiliva che i beni andassero «a Aldo De Rosa con l'onere di investirli in titoli di Stato a scadenza ultradecennale da scegliersi fra quelli a miglior reddito a cura dell'esecutore testamentario». Nell'altro e successivo, invece, si precisava: «Lascio a mio marito Aldo l'usufrutto generale vitalizio su tutto il patrimonio mobiliare (in comunione dei beni) e immobiliare (solo la mia proprietà), nonché la piena proprietà dei depositi di denaro. Dopo la nostra morte i depositi ammontanti a circa 500.000 euro andranno lasciati alle seguenti persone ed enti: l'Astad, il gattile, l'Enpa». A seguire, i nomi di alcuni amici e quello di Tatjana, destinataria di 100.000 euro e della casa di via del Portello. Un terzo e più recente atto, a firma di De Rosa, ha tuttavia cambiato lo scenario con due righe: «Desidero che dopo la mia morte tutti i miei beni vengano dati alla signora Tatjana Gjergo».
Regole rispettate, ma è comunque polemica. «Non solleveremo polveroni», ha commentato ieri al Piccolo Giorgio Cociani, responsabile del gattile, aggiungendo: «Bisognerebbe far capire alla signora Tatjana che non si è comportata nel modo in cui si sarebbe comportata la Hack. Ci siamo trovati di fronte a uno stravolgimento totale della sua volontà».
Più schietta Franca Varridi Antonini, presidente dell'Astad: «Sono state tradite le volontà di Margherita. Rimane l'amarezza di vedere, dopo la sua morte, quanto bassa sia l'umanità».Margherita Hack lo aveva intuito. Al punto da arrivare a non credere. Non a Dio, figurarsi agli uomini.
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