Il Tesoro difende le previsioni prudenti Bruxelles: "L'Italia non rimarrà da sola"

Il ministro risponde a M5s e Pd: quattro precedenti. L'Ue: ok al regime transitorio

Il Tesoro difende le previsioni prudenti Bruxelles: "L'Italia non rimarrà da sola"
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Un Def light, perché contiene solo i dati di bilancio tendenziali, mentre gli obiettivi programmatici sono rinviati a settembre. In attesa, spiegano da Palazzo Chigi, che sia chiarito fino in fondo il nuovo quadro di governance economica Ue, ossia come funzionerà il nuovo Patto di Stabilità. La questione è sì tecnica, ma politicamente divisiva, tanto che ieri l'opposizione ha criticato duramente quello che bollano come un Def «fantasma» (il M5s) o da «governo dimissionario» (il Pd).

Così, quando Giancarlo Giorgetti e Maurizio Leo - ministro e viceministro dell'Economia - scendono nella sala stampa di Palazzo Chigi per fare il punto sul via libera del Consiglio dei ministri al Documento di economia e finanza, è proprio da qui che partono. Intanto, spiega Giorgetti, «la mancanza del quadro programmatico nel Def è un fatto non nuovo, già verificatosi in quattro precedenti». E in questa occasione il motivo è la «rivoluzione delle regole di bilancio e fiscali in sede europea», per cui a Bruxelles «il termine per la presentazione è stato indicato nel 20 settembre», quando sarà approvata la nuova governance comune sulla rendicontazione pubblica.

Di qui, dunque, la scelta di un testo asciutto che contiene solo previsioni tendenziali, ovvero a legislazione vigente, e non quelle programmatiche, modulate sui provvedimenti di programmazione economica che il governo intende assumere. E l'esecutivo italiano non sarà l'unico a muoversi secondo questo schema, visto che la Commissione Ue ha informato gli Stati membri che - visto l'ingresso della nuova governance economica - non sarà richiesto il rispetto delle linee guida. Insomma, per l'anno in corso sarà applicato un regime transitorio e, spiega la portavoce della Commissione europea per gli Affari economici, Veerle Nuyts, i documenti di programmazione 2024 «potrebbero essere più limitati del solito e di conseguenza alcuni Stati potrebbero preferire inviare versioni più snelle di questi documenti». Circostanza confermata dai funzionari europei che in queste ore stanno preparando le riunione dell'Eurogruppo e dell'Ecofin in programma a Lussemburgo domani e venerdì. «L'Italia - spiegano - non sarà un'eccezione». I piani completi andranno presentati entro il 20 settembre. E la «nostra volontà», dice Giorgetti, è «farlo anche prima». Poi, il ministro dell'Economia spiega che il Def fissa a +1% la stima di crescita del Pil per il 2024, rivedendo al ribasso l'1,2% ipotizzato lo scorso autunno nella Nadef. Pesano sui conti pubblici e sullo sviluppo, dice il titolare di via XX Settembre, sia «l'incertezza legata al contesto geopolitico globale» che «la zavorra dei bonus edilizi» - in totale, «un enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi» - pensati per far ripartire l'economia dopo la fase più dura del Covid.

Se sul fronte Def non esiste al momento alcun problema con l'Ue, sul dossier Pnrr Roma e Bruxelles continuano ad avere posizioni non sempre convergenti. Proprio ieri, il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha ribadito che la scadenza del 2026 per attuare i Pnrr nazionali è «fissa».

Con replica a stretto giro di Giorgetti: si tratta di «una scadenza formale» e proporre di farla slittare oltre non è una «bestemmia». E se l'attuale Commissione Ue non lo ha capito, magari quella che si insedierà dopo le elezioni dell'8 e 9 giugno «valuterà diversamente».

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