Roma La complessa materia legislativa del testamento biologico e dell'eutanasia è nelle mani del Movimento 5 Stelle. Anche se i testi non sono ancora giunti in Aula, saranno i grillini il vero ago della bilancia in quanto la base M5s si è espressa favorevolmente sulla piattaforma Rousseau a settembre (circa 20mila voti quasi tutti favorevoli), mentre la componente centrista della maggioranza e il centrodestra sono molto critici.
In particolare, la commissione Affari sociali della Camera questa settimana dovrebbe dare mandato alla relatrice Donata Lenzi (Pd) a riferire in Aula sulla proposta di legge sul «biotestamento», abbreviazione di Dichiarazione anticipata di trattamento. Il testo, composto di cinque articoli, consente a ogni cittadino di formulare le proprie disposizioni sui trattamenti sanitari e di esprimere «il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, ivi comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali».
Tale dichiarazione andrà depositata presso un notaio, un pubblico ufficiale o un medico del Servizio sanitario nazionale e potrà essere sempre revocabile. Contestualmente dovrà essere indicato il «fiduciario», cioè la persona che faccia le veci del malato incapace di autodeterminarsi nelle relazioni con le strutture sanitarie. Il biotestamento sarà vincolante per i medici curanti del malato che potranno non attenervisi nel caso in cui «sussistano terapie non prevedibili all'atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita». Se, però, dovessero insorgere divergenze di opinioni tra fiduciario e medico, spetterà al giudice interpretare il più correttamente possibile le volontà del paziente. Nel momento in cui il testo sarà discusso dall'Aula lunedì prossimo sorgeranno nuove polemiche sulla facoltà concesse ai pazienti di interrompere l'idratazione e la nutrizione.
Molto più indietro il dibattito parlamentare sull'eutanasia che consta di quattro proposte di legge non ancora unificate delle quali la più nota è quella di iniziativa popolare promossa dall'Associazione Luca Coscioni, gemmazione del Partito radicale. Questi testi ampliano lo spettro dello dichiarazione anticipata di trattamento ai trattamenti eutanasici, ma con un limite fissato nella cosiddetta «eutanasia attiva», cioè l'intervento diretto del medico in assenza di specifica dichiarazione.
Le proposte di legge, invece, normano l'«eutanasia passiva», cioè la sospensione delle terapie che tengono in vita un paziente con prognosi infausta inferiore a 18 mesi (in cui rientrano, a buon diritto, l'alimentazione e l'idratazione) e il suicidio assistito, come quello somministrato a Fabiano Antoniani in Svizzera. La vera portata di queste pdl è la depenalizzazione dei reati di omicidio del consenziente e di istigazione al suicidio per il fiduciario e per il medico coinvolti.
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