Roma - Ormai è passato più di un anno dalla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, ma per gli obbligazionisti subordinati che hanno perso i risparmi di una vita il calvario non è terminato. In Parlamento è finalmente approdato il decreto legislativo che istituisce i collegi arbitrali che dovrebbero definire i rimborsi, ma il testo appare molto lacunoso e potenzialmente esposto a contestazioni di ogni sorta. Il parere del Consiglio di Stato sul testo, infatti, lascia parecchi dubbi. In primo luogo, il finanziamento dei collegi e delle eventuali sottocommissioni è a carico del Fondo di solidarietà da 100 milioni istituito dalla Stabilità 2016 e gestito dal Fondo interbancario di tutela dei depositi. «Le spese di funzionamento della Camera arbitrale rischiano di comprimere» le risorse a disposizione, ha scritto il Consiglio di Stato, ove mai lo stanziamento si rivelasse insufficiente a coprire le richieste dei risparmiatori danneggiati giudicate fondate.
Non è la sola questione aperta. Il collegio arbitrale è tenuto a emanare linee guida per valutare se siano avvenute violazioni degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza da parte degli intermediari finanziari durante il collocamento delle obbligazioni subordinate. Tali direttive, tuttavia, potrebbero confliggere con il Testo unico della Finanza (meglio noto come legge Draghi) che assegna a Bankitalia e a Consob poteri di verifica e di accertamento di eventuali condotte fraudolente. Tale conflitto potrebbe anche risolversi con una serie di impugnative delle decisioni dei collegi arbitrali da parte di quei risparmiatori che si vedessero negato il rimborso.Ecco perché alcuni deputati del gruppo Alternativa libera (Massimo Artini, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Samuele Segoni e Tancredi Turco) hanno chiesto al governo Gentiloni di porre rimedio al pasticcio combinato dal suo predecessore Matteo Renzi che varò il contestato decreto legislativo a poche settimane dalla consultazione referendaria. L'esasperazione popolare ha già da tempo tracimato i livelli di guardia: ieri ad Arezzo è stato contestato il governatore toscano Enrico Rossi durante la partecipazione a un incontro pubblico sull'ingresso della nuova Banca Etruria nel gruppo Ubi.
A questo proposito c'è da registrare che il Fondo Atlante II ha siglato un accordo per l'acquisto di 2,2 miliardi di sofferenze delle tre banche risolte cedute al gruppo Ubi (Etruria, Marche e Chieti). Si tratta del primo intervento dell'organismo gestito da Quaestio Capital Management nell'ambito del mercato dei non performing loans. Il prezzo di acquisto è stato di 715 milioni circa (515 milioni di Atlante che ha ancora a disposizione 1,7 miliardi da investire e 200 milioni di finanziamento bancario), pari al 32,5% di media del valore nominale dei crediti in sofferenza acquisiti. Si tratta di un portafoglio Npl comprendente anche i leasing delle good bank. I crediti sono relativamente «giovani», un anno o poco più di età, visto che sono stati originati dai nuovi istituti nati a novembre 2015. Ora Atlante II guarda ai non performing loan di CariFerrara per la quale ha manifestato il proprio intesse Bper.
Su Carife «c'è un confronto con il fondo di risoluzione e gli advisor, speriamo che sia breve e che si trovi il modo per chiudere la partita», ha dichiarato l'ad di Bper, Alessandro Vandelli aggiungendo che «il tema è condividere l'esame della situazione delle banche e realizzare quanto già iniziato da Carife e che non ha ancora finalizzato ossia la riduzione del personale e gli npl: queste cose devono essere fatte».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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