È la tarda serata di domenica, vigilia del voto su Rousseau, quando filtrano le prime preoccupazioni «tecniche» sulla tenuta della piattaforma del M5s. Un uomo vicino alla Casaleggio Associati, al telefono con il Giornale, non nasconde l'ansia per la consultazione, e dice: «Questa votazione è più delicata di tutte le altre, speriamo non ci siano problemi...». È bastato attendere lo spazio di una nottata per confermare le paure. Sono circa le 10 di mattina di ieri quando va in tilt prima il Blog delle Stelle, poi la piattaforma Rousseau.
I vertici del M5s dettano il primo comunicato: «Si voterà dalle 11 alle 20», tutto posticipato di un'ora. Mentre finisce la mattinata, tra ritardi e piattaforma ingolfata, arriva il secondo imprevisto. L'Associazione Rousseau twitta: «Aggiornamento votazioni in corso. Considerata l'alta partecipazione, la chiusura delle votazioni sul caso Diciotti è stata prorogata fino alle 21.30 di oggi». La versione distribuita dai piani alti del Movimento è sempre la stessa, ogni qual volta il sistema va in down: «Ci sono problemi dovuti al boom di accessi al sito».
I parlamentari, però, non ci stanno. Complici i 300 euro mensili che sono obbligati a versare nelle casse di Rousseau. La senatrice «dissidente» Elena Fattori scrive: «L'Associazione Rousseau usufruisce di 90mila euro di soldi pubblici, versati dai parlamentari, dal mese di marzo. Quindi ha ottenuto circa un milione di euro per implementare la piattaforma». Continua Fattori: «Ad oggi non è dato di avere né una fattura del versamento né un rendiconto puntuale di come sono stati impiegati questi soldi. Almeno dovrebbe funzionare come un orologio svizzero. Non riesco nemmeno a connettermi». Un deputato al Giornale conferma: «Ormai è impossibile riuscire a votare al primo colpo, ci abbiamo fatto l'abitudine», concetto ribaditoci da un collega: «Purtroppo ci sono stati problemi anche questa volta». Racconta una deputata all'AdnKronos: «Sono riuscita a votare solo dopo un'ora e per una piattaforma così costosa non è una cosa accettabile». Per altri onorevoli, i 98mila euro al mese versati dai parlamentari sono troppi. Ai microfoni di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio 1, il senatore Alberto Airola, che si è espresso per il No (e dunque per l'ok all'autorizzazione a procedere), ha spiegato: «Ho votato su Rousseau, ci ho provato verso le 14 ma era impossibile accedere al sito, poi sono riuscito a votare, ci ho provato per tre o quattro volte, un po' come quando provi a chiamare più volte qualcuno che sta sempre al telefono». In tanti denunciano come non sia arrivato nessun sms di conferma dell'avvenuta votazione.
La giornata di Di Maio e Casaleggio è stata turbata anche dalle minacce via Twitter dell'hacker Rogue_0, che aveva «bucato» la piattaforma già ad agosto dell'anno scorso. Il pirata informatico è stato criptico, facendo sospettare un attacco DDos. Il M5s ha però smentito ogni ipotesi di intrusione nel sistema. «Il problema è sempre lo stesso - spiega al Giornale Marco Canestrari, ex dipendente di Casaleggio - non sono in grado oppure non vogliono dimensionare il server per il numero di utenti che hanno, quindi si crea un collo di bottiglia».
Canestrari evidenzia il rischio di possibili voti «persi»: «Per il volume di traffico che la macchina non riesce a sopportare non si può escludere che dei voti vadano persi». E conclude: «Hanno (la Casaleggio, ndr) dei limiti organizzativi insormontabili, non sono capaci di gestire questo progetto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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