Il tira e molla che paralizza un Continente

"Finché c'è vita, c'è speranza", dice il premier Boris Johnson. Finché c'è Brexit ci sono attesa, incertezza, divisione ed esasperazione, dice la cronaca di questi ultimi quattro insostenibili anni

Il tira e molla che paralizza un Continente

«Finché c'è vita, c'è speranza», dice il premier Boris Johnson. Finché c'è Brexit ci sono attesa, incertezza, divisione ed esasperazione, dice la cronaca di questi ultimi quattro insostenibili anni. Ieri doveva essere «l'ultimo giorno» per arrivare all'intesa. Si andrà invece oltre «l'ultimo miglio». Fino «all'ultimo giorno utile» prima del 31 dicembre. E chissà che anche «l'ultima scadenza» non venga prorogata se entro «l'ultima settimana» si troverà un compromesso di massima che andrà poi definito nei dettagli.

Va così dal 2016, da quando assistiamo disarmati a un estenuante tira-e-molla fatto di ultimi summit, ultima trattativa, ultimo faccia-a-faccia, ultimo voto in Parlamento, ultima possibilità per il premier, ultimo viaggio a Bruxelles, ultimo incontro a Londra, ultimo schiaffo, ultimo ministro caduto a causa della Brexit, ultimo appello ai deputati.

Tutti appesi alla Brexit. Studenti, manodopera, camerieri, ricercatori, imprenditori, grandi aziende e piccole imprese. Dall'una e dall'altra sponda della Manica. In attesa di capire se il divorzio scattato il 31 gennaio 2020 sarà consensuale o se il Regno Unito e l'Unione europea si sbatteranno la porta in faccia.

Ma il paradosso di questa Brexit che ha tolto fiato ed energie (proprio mentre si deve combattere una battaglia sanitaria che richiede ancora più fiato ed energie) è che comunque vada, che si finisca senza un accordo o che si trovi un'intesa, l'estenuante tira-e-molla continuerà, altrettanto stressante, anche nel 2021. Il No Deal vuol dire che il tavolo delle trattative si rompe adesso, ma non esclude affatto che possa essere riaperto con il nuovo anno, cosa che probabilmente accadrà, specie se con la rottura ci sarà il caos nei porti, alle frontiere, nei supermercati. L'intesa che non è stata trovata finora, potrebbe ancora essere raggiunta in seguito. E il 2021 diventerà «l'ultimo anno» per un futuro senza fratture. Se, invece, a un accordo di massima si arriverà entro il 31 dicembre, per definirlo bisognerà andare avanti con gli incontri, i vertici, le trattative. Così ancora per tutto il nuovo anno, un «ultimo anno» di negoziati. Fino a perdere la testa e la pazienza con l'ultimo summit, l'ultimo aut-aut, l'ultimo chiarimento, l'ultima lettera, l'ultimo voto.

Mentre cresce la voglia di tutti, inglesi ed europei, di chiudere definitivamente con la promessa di «fare la Brexit» (get Brexit done) e mettersi alle spalle un incubo che faccia «finire la Brexit». Per voltare pagina e muoversi nell'ambito delle certezze. Studenti, lavoratori, grandi e piccole imprese ringrazieranno. Questo sì, speriamo, «ultimo atto» di una battaglia logorante.

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