Quel che resta del Titanic, partito da Southampton verso New York il 10 aprile 1912, viene conteso da Gran bretagna e Stati Uniti. Al centro della contesa c'è una radio, considerata preziosissima. Mentre i due Paesi firmavano un'intesa sui resti della nave affondata il 15 aprile 1912 causando oltre 1.500 morti, un'azienda americana che da circa trent'anni detiene i diritti di esplorazione del relitto, scoperto nel 1985 a 650 km dalla costa canadese, a 4000 metri di profondità nelle acque internazionali dell'Oceano Atlantico, ha fatto sapere che sta già pianificando una nuova missione di recupero.
Galeotti fu il quotidiano Telegraph, affermando che l'azienda Rmst Inc vuole aprire un varco nello scafo e usare robot sottomarini teleguidati per recuperare gli oggetti sommersi. Sarebbe la prima missione programmata in grado di scandagliare gli interni.
L'obiettivo si trova nella sala radio ed è uno dei primi esemplari Marconi: secondo Rmst Inc. la radio sarebbe ancora in grado di funzionare e potrebbe diventare un preziosissimo pezzo da museo.
Una volta uscita la notizia, intorno al relitto è riesplosa la caccia ai reperti. E a complicare ulteriormente la faccenda c'è appunto il trattato Usa-Gb che in teoria consentirebbe a uno dei due Paesi di ritirare la licenza se l'obiettivo della ricerca è portare via oggetti protetti peraltro anche dalla Convenzione Unesco sulla salvaguardia del patrimonio culturale subacqueo.
Secondo gli americani della Rmst Inc l'azienda ha l'ok delle famiglie dei superstiti, come scrive lo stesso Telegraph: «Non vedo quale sia il problema -
ha dichiarato al quotidiano inglese una pronipote di uno degli scomparsi nella tragedia - le persone che sono scomparse, incluso il mio prozio, non ci sono più. Se la radio può essere recuperata hanno la mia benedizione».
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