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Tocca a Figliuolo. In campo l'alpino esperto in logistica (e con tre lauree)

Il nuovo commissario ha agito in Kosovo e Afghanistan e conosce bene la sanità

Tocca a Figliuolo. In campo l'alpino esperto in logistica (e con tre lauree)

Il premier Mario Draghi non poteva scegliere meglio: il generale di corpo d'armata Francesco Paolo Figliuolo (nella foto tonda, ndr) è il nuovo commissario per l'emergenza Covid al posto di Domenico Arcuri. Un pezzo da novanta, se si considera che fino a pochi giorni fa era fra i tre militari dell'Esercito in lizza per diventare capo di stato maggiore della Forza armata, incarico poi assunto dal collega Pietro Serino. Il terzo nome era quello del generale Luciano Portolano, comandante del Coi (il Comando operativo di vertice interforze), ex comandante della missione Unifil, ovvero colui che sta gestendo le operazioni dell'emergenza Covid per ministero e Stato maggiore della Difesa.

Nella terna il presidente del Consiglio avrebbe scelto Figliuolo perché attuale comandante della Logistica dell'Esercito. Da lui dipendono l'ospedale del Celio a Roma, la Sanità militare, la struttura dei drive through (i punti per il tampone ai quali si accede in auto). Insomma, dell'emergenza il generale sa tutto ed è in grado di gestirla al meglio. Qualcuno avrebbe fatto il suo nome per il posto poi assunto da Fabrizio Curcio alla Protezione civile, ma il prefetto Franco Gabrielli, fresco di nomina ai Servizi, avrebbe suggerito quello del successore di Angelo Borrelli.

L'accentramento dei poteri nelle mani del generale per la gestione dell'emergenza porterà certamente un cambiamento di passo, vista la professionalità e l'organizzazione delle Forze armate, pronte in brevissimo tempo a risolvere qualsiasi emergenza. E Figliuolo potrebbe chiamare proprio Portolano ad aiutarlo.

L'affidamento del compito a un militare rassicura molti. Anche perché il generale ha un ampio curriculum. Originario di Potenza, dove è nato nel 1961, ha maturato esperienze e ricoperto molteplici incarichi interforze e internazionali. Tra cui anche l'incarico di capo ufficio generale del capo di stato maggiore della Difesa e dal 7 novembre 2018 quello di comandante logistico dell'Esercito. «In ambito internazionale - si legge ancora - ha maturato esperienza come comandante del contingente nazionale in Afghanistan, nel contesto dell'operazione Isaf e come Comandante delle Forze Nato in Kosovo (settembre 2014 - agosto 2015)».

Molte le onorificenze di cui è stato insignito. Tra le più significative la decorazione di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia, la Croce d'oro e una Croce d'argento al merito dell'Esercito e Nato Meritorius service medal.

È un alpino, ufficiale di artiglieria da montagna. Ha svolto la sua prima esperienza di comando presso il Gruppo artiglieria Aosta di Saluzzo, in provincia di Cuneo, per divenirne comandante. È stato alla Scuola di applicazione di Torino, dove si è occupato di formazione, ma anche della pianificazione operativa e dell'addestramento in ambito Nato, presso il Joint Command South di Verona e, non ultimo, della logistica, ricoprendo le funzioni di capo ufficio logistico del comando delle Truppe alpine e quindi quelle di capo ufficio coordinamento del IV Reparto Logistico dello Stato Maggiore dell'Esercito, dove ha assunto i successivi incarichi di Vice capo reparto dal novembre 2011 all'agosto 2014 e capo reparto dall'agosto 2015 al maggio 2016. Al suo attivo ha tre lauree: in Scienze politiche presso l'Università di Salerno, in Scienze strategiche con Master di 2° livello presso l'Università di Torino e in Scienze internazionali e diplomatiche presso l'Università di Trieste. È anche autore di articoli di analisi d'area e geopolitica per alcune riviste specializzate in Difesa. Vive a Torino con la moglie Enza ed ha due figli: Salvatore e Federico. Appassionato di lettura e sport, pratica nuoto e sci di cui è istruttore militare.

«Metterò tutto me stesso - ha detto Figliuolo a margine della sua nomina - e tutto l'impegno possibile per fronteggiare questa pandemia. Lavorerò per la nostra Patria e i nostri connazionali».

Ha quindi ammesso che la decisione di Draghi «è stata un fulmine a ciel sereno, per me una grande attestazione».

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