
Roma - Insomma, ecco il "servo del potere", l'amico degli sbirri. "E questa è davvero assurda. Se c'è una persona libera, direi libertaria, sono io - spiega Tommaso Cerno, ex senatore del Pd, direttore del Tempo -. Partecipavo al gay pride quando era un gesto rivoluzionario, temerario, non un'occasione mondana come le sfilate di oggi in cui va a ballare la Schlein. Certo, abbiamo difeso il lavoro dei carabinieri e l'istituto del 41 bis, abbiamo realizzato inchieste sui legami tra certa estrema sinistra e Hamas, abbiamo riferito del progetto di creare una comunità islamista negli edifici pubblici. Cose scomode". Infatti, proprio il giorno dello sgombro del Leoncavallo, sono arrivate le minacce, pure piuttosto pesanti, a lui e agli editori Angelucci. Cerno però è sereno. "Non ci fermeranno".
Non hai paura?
"Siamo abituati a certe situazioni. Sorvoliamo sulle parole usate contro di noi e le nostre famiglie perché sono figlie di una cultura dell'odio e della violenza che non ci appartiene. Purtroppo questo episodio riflette il clima di un Paese in cui chi esprime un'idea diversa dal pensiero dominante sul bene e sul male viene additato come un bersaglio".
Una busta affrancata, la A cerchiata degli anarchici, delle foto, gli insulti. Non sembra una passeggiata ma un fatto da prendere sul serio.
"Infatti è diversa dalle solite minacce sul web. Le modalità e i toni ricordano qualcosa di un passato inquietante. Intendono colpire le nostre inchieste, cercare di bloccarle. Voglio ricordare che da quando Il Tempo si occupa di questi temi, abbiamo ricevuto pressioni e tentativi di condizionamento ma nessuna smentita. Fare giornalismo e battersi per la libertà e la democrazia, per il rispetto delle regole, ti farà pure trovare dei nemici ma è la prova che sei sulla strada giusta".
Hanno preso di mira anche gli editori.
"E questo è un aspetto molto grave, una forma ulteriore di intimidazione. La famiglia Angelucci è forse l'unica che investe soldi nei giornali senza mai interferire. Io infatti scrivo quello che voglio, anche non in linea".
Magari sei troppo duro con i palestinesi, non credi?
"Guarda, io condanno gli eccessi e i massacri compiuti a Gaza, sono da sempre a favore della pace e della soluzione due popoli due Stati, rispetto Abu Mazen eccetera. Ma quello su cui cerchiamo di fare luce e un'altra cosa. E cioè i rapporti tra alcuni centri sociali italiani e i terroristi di Hamas - perché quelli sono terroristi e dobbiamo ripeterlo - e sui progetti per favorire la crescita di una comunità islamica radicalizzata nel nostro Paese, che magari domani o dopodomani ricambierà il favore e potrà votare a sinistra".
Qualcuno ti accusa di fare sensazionalismo per vendere più copie.
"Ma dai! Io rispondo che ci sono migliaia di italiani che ci incoraggiano e solidarizzano con le nostre battaglie contro le infiltrazioni di Hamas nella politica e sulla difesa della legalità e delle forze dell'ordine contro i criminali".
Ti sei esposto parecchio anche sul caso Cospito. Non hai esagerato?
"Proprio no. Era un finto sciopero della fame, era ingrassato prima di cominciare. Era tutta una manovra per provocare un caso e far abolire il 41 bis, il carcere speciale per i condannati più pericolosi, mafiosi e terroristi. Il Tempo non si può fermare. Ai lettori prometto che andremo avanti con il nostro lavoro, senza badare alle querele temerarie, senza incanalarsi nel pensiero comune dominante della sinistra".
La sinistra potrebbe replicare che oggi non è dominante, perché si trova all'opposizione e non al
governo."Giusto. Ma pure dall'opposizione, posizione nobilissima, si devono seguire le regole. Gli avversari vanno affrontati con proposte alternative e argomenti, non demonizzandoli e mettendoli a testa in giù".