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Toninelli arresta la Tav Ma il Carroccio non ci sta

Il ministro: "Potrebbe non esserci mai un treno sulla Torino-Lione". La Lega: "Non va fermata"

Toninelli arresta la Tav Ma il Carroccio non ci sta

Il treno ad alta velocità non porterà lontano questo governo. Al massimo gli farà raggiungere in brevissimo tempo un capolinea. Queste sono le previsioni di chi ieri confrontava le dichiarazioni di alcuni esponenti dei due partiti di maggioranza. Durante la dichiarazione di voto, a Montecitorio, il capogruppo Nicola Molteni ha detto chiaramente che la Lega «non farà alcun passo indietro sulle grandi opere infrastrutturali indispensabili per il Paese». Peccato che in aula non ci fosse il grillino Danilo Toninelli, da poco ministro proprio di Trasporti e infrastrutture. Forse avrebbe risposto piccato come ha fatto col governatore del Piemonte. Quel Sergio Chiamparino (Pd) che aveva annunciato un eroico: «devono passare sul mio cadavere per fermare la Tav». Toninelli aveva replicato al governatore con una battuta macabra: «Chiamparino fa sempre battute simpatiche, ma gli direi di stare tranquillo. Potrebbe non esserci mai un treno su quella linea che possa passare sul suo corpo». Una pietra tombale sulla Tav? Forse non soltanto sulla linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino con Lione. Probabilmente una pietra tombale anche sul Piemonte, visitato ieri dallo stesso Toninelli per inaugurare il Salone dell'auto di Torino. Sul futuro di questa regione, infatti, si gioca una delle partite più importanti della coalizione giallo-verde. La Lega, infatti, ha da poco votato insieme con Forza Italia un documento presentato dal gruppo consiliare del Pd in Regione per difendere il progetto e il destino futuro della Tav. In palese contraddizione, almeno, con la cautela mostrata ieri dallo stesso Toninelli che, a margine dell'inaugurazione del Salone dell'auto, ha detto che per pronunciarsi definitivamente sulla Tav serve un'analisi di costi e benefici. Posizione pilatesca che non solo non ha convinto gli oppositori ma ha permesso a molti di ironizzare. «Quindi finora hanno fatto opposizione alla Tav a prescindere, come direbbe Totò?» La battuta non è di un politico. È presa dalle tante pubblicate sui social dopo le dichiarazioni del ministro. Che non sono piaciute nemmeno a un altro piemontese doc: il senatore di Forza Italia Lucio Malan. C'è poco da ironizzare, secondo Malan. «Ci sono in ballo decine di migliaia di posti di lavoro - spiega - che si perderebbero se si annulla quella linea, come lui minaccia. Oltre a questo, sarebbe uno spreco di miliardi per il lavoro già fatto, per indennizzare le imprese impegnate, e per i soldi da restituire all'Unione Europea». E Malan, cui non piace scherzare, aggiunge un avvertimento: «Restiamo fedeli alla parola data, per noi c'è ancora un'alleanza di centrodestra e valgono le cose che si sono dette pubblicamente anche sulla Tav. Se si rinuncia alla Tav danneggiando il Piemonte qualcuno dovrà spiegarlo agli elettori».

D'altronde il prossimo anno si vota in Piemonte. Ed è possibile che le posizioni di Lega e Forza Italia finiscano per isolare ancora di più i grillini piemontesi.

Ieri, intanto, la Camera ha assistito al debutto di Francesco D'Uva come nuovo capogruppo grillino a Montecitorio al posto di Giulia Grillo.

Lo stesso ministro Toninelli, invece, ha lasciato a Stefano Patuanelli, senatore triestino al primo mandato parlamentare, il compito di rappresentare il gruppo grillino a Palazzo Madama.

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