«Toninelli inadeguato, deve andarsene. Il commissario? Sarà un marziano...»

Il portavoce di Fi Mulè: "Il decreto non c'è ancora. Che faccia tosta il premier"

«Toninelli inadeguato, deve andarsene. Il commissario? Sarà un marziano...»

Ce l'ha con il premier: «Conte ha avuto la faccia tosta di presentarsi a Genova sventolando dei fogli, ma del decreto ancora non c'è traccia». Ce l'ha con il ministro Toninelli: «Quattro membri su sei della Commissione verità sul ponte si sono dimessi. Ora potrebbe togliere il disturbo pure lui». Ce l'ha anche con la Lega: «Mostri sulla questione del viadotto Morandi e nel rapporto con i 5 Stelle lo stesso coraggio sfoderato sugli immigrati».

Giorgio Mulè, portavoce di Forza Italia, non fa sconti a nessuno: «Politicamente, Conte non c'è. E fa di tutto per non esserci».

È venuto a Genova per la commemorazione delle vittime. Doveva starsene a casa?

«A Genova quel che ha saputo fare è mostrare dei fogli».

Il decreto per la città.

«A un mese dalla tragedia, il presidente del consiglio, lo stesso che aveva detto di non poter attendere i tempi della giustizia, non doveva annunciare il decreto, doveva scriverlo. Anzi, avrebbe dovuto mostrare la Gazzetta ufficiale».

Presto arriverà il commissario.

«Si, se non succede qualcosa, sarà l'equivalente di un marziano. Al momento non sappiamo chi ricostruirà il ponte, non conosciamo la tempistica dell'operazione, non sappiamo quali saranno i poteri del commissario. Però un passo in avanti l'abbiamo fatto. Abbiamo capito che non sarà il governatore Giovanni Toti».

Perché questa ostilità?

«Perché i 5 Stelle considerano solo i like, i mi piace, i follower».

Ma che c'entrano i like con Toti?

«Toti e il sindaco Marco Bucci sono sempre stati vicini alla gente in queste settimane difficilissime. E la loro popolarità è cresciuta».

Risultato?

«Toninelli e i 5 Stelle, preoccupatissimi, hanno iniziato a boicottare il governatore in tutti i modi. Forse il commissario sarà un prefetto, forse un consigliere di Stato, di sicuro non sarà il presidente della Regione. Ed è facile prevedere che su tutte le materie urbanistiche e ambientali, di competenza regionale, si svilupperanno contenziosi su contenziosi fino alla Corte Costituzionale».

Toninelli va avanti per la sua strada.

«Toninelli è un misto di inadeguatezza e incapacità».

Non sta esagerando?

«Ormai siamo all'indecenza. Lui va da Vespa sorridente e ridendo regge il plastico del moncone del ponte. I social si indignano e invece di tacere, il ministro il giorno dopo posta la sua foto con il barbiere e gioca con le disgrazie, annunciando di avergli revocato la revoca della concessione. Scherza, intanto il nodo della revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia resta come un macigno. Del resto il 18 agosto a Genova, a funerali appena finiti, avevamo chiesto che il ministro venisse a riferire sulla tragedia in Parlamento o almeno davanti alle commissioni competenti e ci fu risposto che il ministro aveva bisogno di almeno dieci giorni per raccogliere dati e informazioni».

Troppi?

«La solita foto su Instagram ha svelato che il ministro non stava raccogliendo dati ma conchiglie in Costa azzurra. Sempre con la sua espressione serafica da Alice nel paese delle meraviglie. Non si scompone, nemmeno mentre la Commissione da lui creata va in pezzi».

Quatto membri su sei si sono dimessi, travolti dall'inchiesta.

«Ma lui fa lo struzzo, fa finta di niente, non lo scrive sul sito del ministero. Ora scopriamo anche che il suo consulente sui costi e benefici delle grandi opere è stato condannato per bancarotta. A questo punto, il ministro dovrebbe lasciare».

E la Lega?

«Tace, forse perché Toti è di Forza Italia, e accetta compromessi sempre più imbarazzanti. Mi aspetto ora un cambio di marcia: Salvini mostri lo stesso coraggio avuto sulla questione dei migranti».

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