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"Maestre a scuola gender": La scoppia bufera a Torino

A Torino passa una mozione per l'ideologia gender nelle scuole. Fratelli d'Italia contraria con la Montaruli: "Sacrificano i minori all'ideologia arcobaleno"

"Maestre a scuola gender": La scoppia bufera a Torino

Quello che i critici chiamano "indottrinamento gender" continua a far parlare di sé. Questa volta è il caso di Torino, dove Fratelli d'Italia si è schierata in maniera aperta contro un'iniziativa delle istituzioni cittadine. L'onorevole Augusta Montaruli, eletta in un collegio piemontese per poco più di 150 voti di scarto, ha diramato una nota che non lascia spazio a troppe interpretazioni. Ma le proteste stanno montando anche in altri contesti.

Il tema, anche in questo caso, riguarda le priorità che il centrosinistra avrebbe individuato per questa fase così complessa per la storia d'Italia. Qualcosa di molto simile era stato affermato pure da Giorgia Meloni in relazione al passaggio parlamentare del dl Zan. Dalle parti di Fdi, insomma, ci si domanda anche se siano questi i tempi per discutere di determinate questioni, che vengono percepite come secondarie dal partito d'opposizione, considerato lo stato pandemico in corso. Si pensi, oltre al gender, alla questione dello ius soli, che è tornata in auge dopo le proposte che erano state avanzate nel corso della passata legislatura. Anche su quello l'opposizione non è concorde con la linea dei giallorossi.

Certo, in questa storia c'è anche la contrarietà della destra italiana ai messaggi propri della cosiddetta "ideologia gender", ma pure le tempistiche influiscono sul giudizio diffuso da Augusta Montaruli che infatti, stando a quanto riportato pure dall'Ansa, tuona partendo da più di un presupposto: "In piena pandemia - annota il deputato - la citta' di Torino si preoccupa di mandare insegnanti di nidi e materne a scuola di gender anziche' occuparsi di una citta' che sta in ginocchio". E ancora: "La legge Zan non è ancora approvata e gia' i grillini si portano avanti sacrificando i minori davanti all'altare della ideologia arcobaleno", conclude.

L'iniziativa del sindaco pentastellato Chiara Appendino, insomma, lo stesso primo cittadino che si era già distinto in passato per aperture nette su queste tematiche, non sembra soddisfare le richieste di Fdi per la gestione della pandemia, per usare un eufemismo. E quello che è accaduto a livello nazionale sul dl Zan, si sta replicando nel "piccolo" del torinese. Molto di questa storia nasce per via di una mozione che proprio ieri è stata approvata dalla maggioranza consiliare nel consiglio comunale di Torino. La maggioranza grillina si è proposta d'introdurre una "una pedagogia di genere come formazione strutturale e continua per chi opera con bambine e bambini nel nuovo sistema integrato 0-6". E il tutto dovrebbe dunque declinarsi all'interno degli istituti scolastici riservati ai più piccoli.

Fratelli d'Italia, che a Torino è in qualche modo capeggiata dal consigliere regionale Maurizio Marrone, non ha dubbi su quale sia la ratio dell'intervento disposto dal MoVimento 5 Stelle e dalle altre forze che reggono la Appendino sullo scranno più alto: "Se tutto questo dovesse concretizzarsi le famiglie torinesi devono essere libere anche nelle strutture pubbliche di scegliere i loro insegnanti e non sottoporre i propri figli a lavaggi di cervello - ha dichiarato poi la Montaruli -. Un conto e' impedire la discriminazione, un conto e', come vorrebbe il sindaco Appendino, dire ai bambini che non esistono mamma e papa' ed educarli al genere fluido compromettendo sia i minori che la liberta' educativa delle loro famiglie". Comunque sia, la bioetica e le leggi inerenti quelli che i conservatori ritengono essere "valori non negoziabili" continuano ad interessare le cronache politiche.

Per quanto riguarda il dl Zan, invece, la maggioranza punta in tempi brevi a far approvare il disegno di legge che, stando all'interpretazione dei favorevoli, sarebbe in grado di promuovere "la cultura del rispetto e dell'inclusione, nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere", così come ripercorso di recente l'Adnkronos. Un obiettivo che, sulla scia della medesima visione del mondo, potrebbe voler perseguire anche il sindaco Chiara Appendino. Una larga fetta della politica italiana è contraria a questo genere d'iniziative.

E la presa di posizione della Montaruli lo dimostra ancora una volta.

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