Cronache

Torna Geova: e piange il citofono

Torna Geova: e piange il citofono

di Andrea Cuomo

Di certe fortune, non c'è niente da fare, ci si accorge sempre quando stanno per finire. Prendete i testimoni di Geova: da quanto tempo non ricevete una loro millenaristica citofonata? Un sacco di tempo, vero? Rispondiamo noi: almeno due anni e mezzo. Dall'inizio della pandemia infatti il movimento religioso «cristiano, teocratico, millenarista e restaurazionista» (peschiamo a piene mani da Wikipedia) ha sospeso la sua attività di evangelizzazione in presenza nei luoghi pubblici, anticipando le restrizioni disposte in un secondo momento dalle autorità sulle attività religiose. Soltanto predicozzi in Dad, ma si sa, lì ci si distrae volentieri. Ora però la pacchia sta per finire. Da giugno in tutto il mondo sono riprese le attività di evangelizzazione nei luoghi pubblici. L'unico sollievo consiste nel fatto che resta ancora interdetta l'attività porta a porta. Quindi il nostro citofono è ancora in salvo. Se suona è la pizza di Glovo. Ma prima o poi finirà anche questa benedetta tregua, come sempre accade alle cose belle.

Naturalmente nulla contro il proselitismo della seconda religione più praticata dagli italiani (proprio così: sempre secondo Wikipedia i testimoni di Geova in Italia sono 251.303. I musulmani sono di più ma quasi esclusivamente stranieri), ma io sono dell'idea che ciascuno deve farsi le religioni proprie, senza suonare a casa alle nove della mattina di domenica. Ma la cosa diverte perché, dài, questa è la dimostrazione che negli ultimi due anni molto abbiamo perso ma qualcosa l'abbiamo guadagnato. E non parlo dei grandi temi filosofici: una nuova gerarchia delle priorità esistenziali (insegnamento che mi pare già bello che dimenticato), la riscoperta della famiglia, la rivalutazione dell'igiene personale, la patente divisione antropologica in annaffiatori e menefreghisti della cosa pubblica. Parlo delle piccole cose di pessimo gusto che però hanno reso migliore la nostra vita per tre mesi o per due anni: la moratoria dei pranzi domenicali dalla zia, il non avere più sensi di colpa per non poter andare in palestra quando era chiusa, nessun matrimonio (e quindi niente liste di nozze e cene interminabili) e poi...

E poi scusate, hanno suonato al citofono.

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