Cronache

Torna la movida, l'ira dei sindaci: "Richiudiamo"

Da Palermo a Bologna, da Verona a Parma. Appello ai giovani: "Calma o c'è il lockdown"

Torna la movida, l'ira dei sindaci: "Richiudiamo"

Potete uscire, ma non divertirvi. Il messaggio, in sintesi, era questo. Improponibile a rigor di logica. Ancora più irrealistico a rigor di giovani. Quei giovani che, inevitabilmente, sono tornati a «fare gruppo». Che ora, nella Fase 2, si chiami «assembramento» e configuri un «illecito», conta poco. La questione è un'altra: non si può da una parte «consentire» la libertà di movimento e, dall'altra, vietare la movida. È un controsenso.

Per questo suonano un po' patetici gli appelli di sindaci e governatori che si stracciano le vesti perché «i giovani sono tornati ad avere comportamenti sbagliati». E cioè? «Incontrarsi».

«Mi auguro di non essere costretto a chiudere alcune zone della città, dipende dal comportamento di tutti e di ciascuno». Così il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, alla luce dei casi di «movida selvaggia» registrati ieri sera alla Vucciria. «Il problema non possono essere le persone che decidono di uscire di casa, adesso che è concesso, ma il mancato rispetto delle regole da parte di pochi e la scarsità di controlli», aggiunge Domenico Bonanno, fondatore del laboratorio culturale e politico «Tocca a Noi». Una lettera aperta su Facebook per «richiamare i giovani bolognesi alla responsabilità» l'ha scritta invece il sindaco Virginio Merola dopo i video rilanciati sui social che riprendono le piazze storiche della movida bolognese affollate di giovani. L'appello di Merola è struggente: «Care ragazze e cari ragazzi, si riaprono molte attività. Mi rivolgo a voi: abbiamo bisogno della vostra energia per affrontare questa situazione. Energia positiva. Riapriamo sapendo che è un rischio. Con tutte le precauzioni possibili». Insomma, il Covid-19 come l'Aids.

Da Caserta gli fa eco il sindaco, Carlo Marino. «La città si sta ripopolando, ma c'è bisogno di senso di responsabilità. Per ridurre al minimo il pericolo di contagio da coronavirus è necessario un altro piccolo sforzo, in particolare da parte dei giovani e dei locali della movida. Dobbiamo assolutamente evitare pericolosi assembramenti serali all'esterno di bar, pub e locali notturni». Stesso refrain da Verona: «Abbiamo riconquistato a fatica la nostra libertà - afferma il sindaco, Federico Sboarina -, sarebbe stupido cadere a un centimetro dal traguardo per colpa dei comportamenti irresponsabili di qualcuno. Se ci sarà chi continuerà a non indossare correttamente la mascherina e a fregarsene delle distanze di sicurezza, sarò costretto a prendere provvedimenti». Furioso il governatore veneto, Luca Zaia: «Pronto a richiudere tutto». Sulla stessa linea Federico Pizzarotti, primo cittadino di Parma, criticato da molti per aver postato la foto di un assembramento al bar: «Non dimentichiamoci troppo presto di cosa è stato: «O ci mettiamo in testa che la Fase 2 non significa fare quello che si vuole e chissenefrega delle regole o mi vedo costretto a fare nuove ordinanze restrittive già nei prossimi giorni, da subito. Non mi piace fare il sindaco che redarguisce, ma non ho intenzione di mettere a rischio la salute dei parmigiani». Intemerate dello stesso tono sono venute nei giorni scorsi anche dai sindaci di altre metropoli come Milano, Roma, Firenze, Napoli e altre città dal Nord a Sud.

Ma confidare nel «senso civico» dei giovani (almeno di «certi» giovani è una pia illusione.

Commenti