Cronaca locale

Torna la pubblicità arcobaleno Il Comune perde 100mila euro

Il sindaco invita la Nike a rinunciare ai sui manifesti per lasciare posto ai colori Lgbt graditi alla sinistra

Torna la pubblicità arcobaleno Il Comune perde 100mila euro

La foto-opportunity della sinistra milanese ieri era un selfie alla stazione della metropolitana «Porta Venezia» - linea rossa, a tre stop dal Duomo - accompagnata dallo slogan: «É tornato l'arcobaleno». Il sindaco Giuseppe Sala si era irritato molto scoprendo che nella notte tra venerdì e sabato scorso dai muri del mezzanino era scomparsa la decorazione dedicata al Pride. La stazione era stata dipinta da Netlix lo scorso giugno per una campagna pubblicitaria (lo slogan: «Rainbow is the new black») e dal palco del gay pride Sala aveva promesso che l'installazione sarebbe diventata permanente. Eppure, come ha anticipato il Corriere, sabato mattina l'arcobaleno non c'era più, cancellato per far posto a una campagna di Nike che ha «affittato» i muri della stazione per tre mesi e allestirà anche una maxi palestra aperta al pubblico. La sinistra e le associazioni gay sono insorte, il Pd si è mobilitato chiedendo al sindaco di «rimediare a un errore dell'azienda di trasporti». Domenica Sala ha invitato Nike a «trovare la formula per lasciare quel segno importante sulle pareti, sarebbe sciocco perderlo. Francamente non lo sapevo e mi dispiace, magari sarei potuto intervenire, anche se ovviamente stiamo parlando di questioni che sono legittimamente assegnate ad agenzie e aziende che vincono i bandi». Ma la moral suasion del sindaco ha avuto effetto, ieri sono ricomparsi i colori Lgbt e a questo punto nessun marchio avrà il coraggio di proporre uno spot che non ne tenga conto. Ma a che prezzo? In questo caso, centomila euro. Nike verserà 50mila euro in meno ad Atm che gestisce la rete dei trasporti e 50mila alla società IgpDecaux che si occupa della raccolta pubblicitaria. Si è ridotto lo spazio di occupazione che il marchio sportivo aveva chiesto in affitto per allestire campagna e palestra. Il caso ha scatenato ovviamente le proteste del centrodestra. Il capogruppo milanese di Forza Italia Fabrizio De Pasquale sottolinea che l'arcobaleno sarebbe scomparso solo per 3 mesi, e rinunciare a tanti soldi mentre si propone di aumentare il biglietto da 1,5 a 2 euro il biglietto per viaggiare in metrò sembra un paradosso. Domanda poi, provocatoriamente, «come si sarebbe comportato Sala se invece della comunità Lgbt fosse stata un'associazione cattolica a chiedere di rinunciare a 100mila euro e soprassedere a permessi già concessi». L'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato (Fdi) ha sollecitato il Comune ad «occuparsi di sicurezza invece che di pareti gay friendly» visto che ieri alla stazione Loreto (due fermate da Porta Venezia) ha ceduto un gradino della scala mobile. Il boato ha creato attimi di paura, per fortuna era quasi vuota e non ci sono stati incidenti, ma è stata subito sigillata.

Sul tema delle famiglie arcobaleno proprio ieri Sala ha difeso la sua linea (anche) di fronte al richiamo del cardinale di Milano. Mario Delpini, intervenuto lunedì scorso in Consiglio comunale, ha rimarcato che «la centralità della famiglia si scontra con la tendenza diffusa a dare enfasi a diritti individuali» anche «nelle delibere comunali».

Il sindaco ribatte che il richiamo «non prendo il richiamo come acqua fresca» ma «a mio giudizio la famiglia non è una sola e continuerò a mantenere Milano sulla via dei diritti».

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