Antonella Caputo lo dichiarò al Giornale che l'aveva rintracciata nella sua abitazione alle Vele di Scampia, dove Gomorra non è solo una fiction della tv ma una realtà dell'anima: «Marianna jettò abbasc Totò» («Marianna buttò giù Antonio»).
Cerchiamo di fare chiarezza, districandoci tra tanti parenti-serpenti di una storia - anzi, di due storie - che mettono i brividi.
Antonella Caputo, è la sorella di Raimondo Caputo accusato di aver violentato e ucciso Fortuna (Chicca) Loffredo, 6 anni, la bimba di Caivano precipitata giù dal terrazzo di un palazzo del quartiere Parco Verde. Marianna è invece Marianna Fabozzi compagna di Raimondo Caputo e madre di Antonio, 3 anni, il bimbo morto un anno prima di Chicca in circostanze terribilmente identiche: «volando» da una finestra del medesimo edificio.
Nel momento in cui Totò precipitò, in casa di Marianna Fabozzi c'era Antonella Caputo che, fin da subito, accusò la cognata. Incredibilmente però il caso fu archiviato come «incidente domestico»; ma quando l'anno successivo a quell'«incidente domestico» si consumò il dramma di Fortuna Loffredo, fu evidente che due casi così «fotocopia» non potevano essere frutto di una coincidenza. L'inchiesta sulla morte di Totò fu così riaperto e si scopri che anche lui, esattamente come era accaduto per Fortuna, era stato vittima in passato di abusi sessuali. Sullo sfondo di tanta miseria umana, un patto infame tra Raimondo Caputo e la sua compagna Mariana. In sostanza Raimondo Caputo offrì alla Fabozzi il seguente accordo: «Io non dico che sei stata tu a gettare Totò dalla finestra e tu mi consenti di fare sesso con le tue tre figlie». Così per quelle povere bambine cominciò il calvario. Una di queste tre bimbe è la superteste che ha inchiodato Caputo anche rispetto alla morte di Chicca che della figlia maggiore di Marianna Fabozzi era l'amichetta del cuore. Fu lei infatti a rompere il muro di silenzio alzato dagli adulti attorno alle pratiche pedofile in uso nel palazzo maledetto di Caivano: «Ho visto Titò (questo il soprannome di Raimondo Caputo ndr) su Chicca, lei cercava di difendersi - racconto la bimba ai carabinieri -. Poi fortuna precipitò giù. Io raccontai tutto a mamma (Marianna Fabozzi ndr) ma lei disse che dovevo tenere il segreto. A mia madre raccontai anche delle cose brutte che mi faceva Titò sul letto, ma lei mi rispose che poi mi sarebbe passato tutto».
Il legame che unisce la morte di Antonio a quello di Fortuna è stato sancito ieri anche dalla Procura di Napoli che ha indagato Marianna Fabozzi per omicidio volontario in relazione alla morte di suo figlio Antonio Giglio, 3 anni, morto il 27 aprile 2013 dopo essere caduto dalla finestra dell'abitazione della nonna, al settimo piano di un palazzo nel Parco Verde di Caivano (Napoli). La Procura di Napoli, nel 2013 competente sul territorio di Caivano prima della creazione del Tribunale e della Procura di Napoli Nord, indagava per omicidio colposo ipotizzando una culpa in vigilando nei confronti della donna, responsabile secondo i magistrati di non aver controllato il figlio mentre si affacciava per vedere un elicottero, cadendo nel vuoto. Le analogie con il caso di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni morta il 24 giugno 2014 dopo essere caduta nel vuoto dallo stesso palazzo, e le dichiarazioni della sorella di Raimondo Caputo, secondo la quale sarebbe stata Marianna Fabozzi a scaraventare nel vuoto il figlio, hanno impresso una svolta nelle indagini; tre giorni fa il nuovo reato di omicidio volontario ipotizzato nei confronti della donna, che ieri è stata sentita dai magistrati nel carcere di Benevento dove è detenuta per complicità con Raimondo Caputo nell'omicidio di Fortuna e nella violenza sessuale perpetrata nei confronti delle sue stesse tre figlie minorenni.
Ieri Radio1 Rai ha rilanciato un file audio con le terribili accuse di Antonella Caputo contro la Fabozzi: «La tapparella era rotta, alzata a metà, lei l'ha sollevata ancora e ha buttato giù il figlio».
E poi: «L'ex marito la ricattava, non voleva farle vedere la creatura. E allora lei ha detto: O con me o con nessuno». Un attimo dopo il corpo di Antonio era sul marciapiede. Morto. Con la testa fracassata. Sull'asfalto inzuppato di sangue.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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