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Totonomi per il dopo-Marino: Madia, Marchini e... Santoro

Mentre Roma attende che Marino formalizzi le sue dimissioni, è già scattato il toto-nomi per il Campidoglio in caso di voto anticipato a maggio 2016

Totonomi per il dopo-Marino: Madia, Marchini e... Santoro

Mentre Roma attende che Marino formalizzi le sue dimissioni, è già scattato il toto-nomi per il Campidoglio in caso di voto anticipato a maggio 2016. Sul fronte Pd si cerca di capire su quale nome puntare per far scordare agli elettori che la giunta che ha guidato il comune in questi due anni disastrosi porta l'etichetta dem.

I profili sono i più vari anche se è noto che il leader Pd preferisce candidati politici e non della società civile o tecnici perchè, ripete, "la politica deve assumersi le sue responsabilità". Tra i nomi in pista c'è quello del ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, romana, da anni in politica e "la prima - ricordano al Pd - che denunciò irregolarità nelle votazioni alle primarie". Una donna, inoltre, e si sa che il leader Pd tiene molto a sostenere la parità di genere. Da mesi gira il nome diRoberto Giachetti, che conosce sì bene Roma ed ha il pregio di uno che non si fa intimidire dagli attacchi per il suo passato radicale. "Ma bisogna elevarsi di livello", è la considerazione che gira ai vertici dem. Molto stimato da Renzi è lo tesso Gabrielli ma la sua candidatura viene esclusa dai più sia perchè il prefetto sarà impegnato a gestire il Giubileo sia perchè sembra che il super-poliziotto abbia ambizioni non politiche per il suo futuro. Un'altra ipotesi per risollevare l'immagine del Pd sotto il profilo della legalità è quella del commissario dell'Anticorruzione Raffaele Cantone che però ha dichiarato di non voler fare il sindaco di Roma. Ma nel toto-nomi non vengono esclusi neanche politici esperti di Roma come Paolo Gentiloni o, se si decidesse di guardare nella società civile, il presidente del Coni Giovanni Malagò.

E' però in base alla scelta che faranno i Dem che Forza Italia tarerà le sue scelte. I nomi in pole, al momento, sono i due noti da tempo: Alfio Marchini, noto imprenditore della Capitale che nelle passate elezioni si presentò con una sua lista. Il profilo di Marchini e soprattutto il fatto di provenire dal mondo dell'imprenditoria rappresentano due punti a suo favore agli occhi di Berlusconi. Ed infatti l'ex capo del governo in più occasioni aveva manifestato apprezzamento nei suoi confronti. Dalla parte dell'imprenditore poi sono schierati diversi big del partito. Il vero punto interrogativo è rappresentato dalla Lega Nord con cui il Cavaliere punta chiudere un accordo non solo per Milano, ma anche per la Capitale. Le preferenze del leader del Carroccio sono tutte per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, ex ministro del governo Berlusconi. La trattativa è ancora da iniziare ma sia la Meloni che Marchini vengono considerate ottime opzioni: sono due scelte valide - spiegano i fedelissimi del Cavaliere - bisognerà capire su che tipo di candidatura virare: politica o proveniente dalla società civile. Certo è che il terremoto politico nella Capitale ha l'effetto di oscurare le tensioni che ancora tengono banco nel gruppo di Forza Italia al Senato.

Tra i cinque stelle, la deputata romana Roberta Lombardi ha confidato a La Zanzara che le piacerebbe fare il sindaco di Roma, salvo poi spiegare oggi che ha un mandato come parlamentare "e tra le regole del M5s c'è quella di non usare una poltrona per poi prenderne un'altra". Ma tra i grillini c'è anche chi, al di là delle regole , vedrebbe di buon occhio la candidatura di Alessandro Di Battista, uno dei leader nazionali più in vista. Ma è in casa grillina che potrebbe arrivare il colpo di scena. Nelle ultime ore, come ricorda Repubblica, sono iniziati a circolare profili per il potenziale sindaco pentastellato. Personalità alla Stefano Rodotà. Oppure il magistrato Ferdinando Imposimato, il giornalista Elio Lannutti, l’exdirettore della Normale Salvatore Settis.Tutti nomi già avanzati in occasione delle ultime “Quirinarie”. C’è anche chi pensa a un big come Michele Santoro, forte della popolarità conquistata sul piccolo schermo, o a un pm antimafia del calibro di Nino Di Matteo. Insomma la candidatura grillina potrebbe essere imprevedibile.

E il "teletribuno" dopo aver lasciato la politica per tornare in tv, potrebbe con un colpo a sorpresa tornare in pista sotto il mantello di Beppe Grillo.

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