"Basta sinistra: conquisto Bologna, poi la rivolto come un calzino"

Galeazzo Bignami, 39 anni, militante e campione di preferenze: ecco chi è il candidato sindaco di Forza Italia nella corsa a sindaco del capoluogo emiliano

"Basta sinistra: conquisto Bologna, poi la rivolto come un calzino"

Tradizione e futuro. Definisce così Galeazzo Bignami il suo modo di far politica. Anzi, è lui stesso a precisarlo, bisogna scriverli in maiuscolo: "Tradizione e Futuro". Ed è un po' quello che il candidato sindaco di Forza Italia per Bologna vuole portare alla città.

In questi giorni gli azzurri bolognesi hanno indetto una "Festa della Libertà" per parlare di Italia, di Europa e del capoluogo emiliano. Sono stati 300 e passa i partecipanti alla prima serata cui sono intervenuti, tra gli altri, Marcello Fiori, Alberto Tajani e il direttore Alessandro Sallusti. La battaglia (politica) delle elezioni è ancora lontana, ma c'è chi - leggi Lega Nord - ha giocato d'anticipo, candidando Lucia Borgonzoni con un tweet. Per questo Forza Italia è corsa ai ripari schierando probabilmente la sua pedina migliore. (guarda qui l'intervista)

"Era ed è capace di tirarti mazzi di chiavi addosso - ci racconta Mattia - se non sei puntuale a portare i manifesti e se non ti fai trovare disponibile ad andare a qualsiasi ora ad attaccarli in tutta la città". Bignami lo disegnano così, con la "cultura della militanza" cucita addosso. Di quella che ormai difficilmente se ne vede in giro. "Ha conquistato voti marciapiede per marciapiede", conferma dal palco Marcello Fiori. E non c'è nessuno dei partecipanti che non sottoscriva queste parole. "Nel tempo sono cambiate le battaglie politiche - aggiunge Giuseppe -, forse oggi usa più il telefono della colla per manifesti, ma è sempre lo stesso".

Di questo, siamo certi, Bignami ne va fiero. Dirigente nazionale di Azione Universitaria, Segretario regionale di Azione Giovani e sostenitore di Giorgia Meloni ai tempi della scalata al movimento giovanile. In molti lo indicavano come il più "berluscones" tra gli ex An, e forse anche per questo dopo la morte del Popolo della Libertà ha deciso di rimanere nelle fila di Forza Italia. Ma non dimentica le sue radici. Atipico, come politico. Moderato per posizionamento e determinato per carattere. Non disdegna i temi politici che Matteo Salvini ha reso suoi cavalli di battaglia, e forse proprio per questo spaventa i candidati leghisti.

Il suo primo incarico amministrativo risale al 1999, quando con la vittoria di Giorgio Guazzaloca diventa consigliere comunale. Poi la conferma nel 2004 nelle liste di An e nel 2009 con il Pdl è il più votato della destra bolognese con 2.836 preferenze. Infine, consigliere regionale nel 2010 con pieno di preferenze personali. E' questo il motivo che ha spinto Forza Italia a lanciarlo nella corsa a sindaco. "Il suo è un nome che nasce dal basso - dice Marco Lisei, consigliere comunale di Fi - ha preparazione politica e, da avvocato amminitrativista, sa come si gestisce una città". Non solo. Perché Bignami, a detta dei suoi amici, "è l'unico in grado di pescare voti anche a sinistra".

Non ditelo a lui, che si considera uno "di rottura". Ma le 13mila preferenze alle elezioni regionali dimostrano che anche nei quartieri storicamente roccaforti della sinistra - leggi "Bolognina" - è stato il più votato. Di certo Forza Italia non abbandona l'idea di un candidato sindaco "civico", ma molto dipenderà dalle scelte di Matteo Salvini. Che proprio ieri ha chiuso la porta in faccia all'idea delle primarie: "Ci stupiscono le parole del leader della Lega - afferma Lisei -: le primarie non possono essere uno strumento valido a livello nazionale e un fastidio sul territorio solo perché l'avversario conta sicuramente più preferenze".

"Bignami è il migliore che il partito abbia prodotto sul territorio - conclude Anna Maria Bernini - Forza Italia deve valorizzare le sue forze: basta con i civismi a tutti i costi. Bisogna rivitalizzare l'orgoglio di partito, dimostrare che Forza Italia è vitale e sa produrre ottimi politici. E' il solo modo per far ritrovare passione per la politica". (guarda il video)

Galeazzo è figlio d'arte. Ha 39 anni ma in politica, dice, ci è nato. Suo padre Marcello è stato uno storico esponente di Alleanza Nazionale: nel marzo del '74 lo colpirono cinque colpi di pistola di un agguato politico. Poi è venuto a mancare nel 2006. Il Pd in consiglio comunale lo scorso marzo si è rifiutato di intitolargli una strada "perché è stato un fascista convinto".

Contrapposizioni che Bignami trasforma in "valori come il senso dello Stato, l’identità nazionale, il valore della famiglia, il rispetto della parola e la sicurezza".

E che diventano il programma politico per la futura campagna elettorale: sicurezza, infrastrutture e cultura. Tra Tradizione e Futuro.

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