"Traffico di influenze illecite". E papà Renzi finisce davanti ai pm

Tiziano Renzi e il suo braccio destro Lotti indagati nell'inchiesta Consip. Il 23 febbraio l'interrogatorio a Roma. Il M5S all'ex premier: "Confessa, sapevi?"

"Traffico di influenze illecite". E papà Renzi finisce davanti ai pm

L'interrogatorio di Tiziano Renzi è stato fissato per il 23 febbraio, alle 15, a Roma. Comparirà davanti ai pubblici ministeri Paolo Ielo e Mario Palazzi. Indagato dalla procura capitolina nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Consip, dovrà rispondere di un'accusa pesantissima: traffico di influenze illecite, in concorso con altre persone. E subito i grillini vanno all'attacco: "Sono tantissimi gli aspetti che Matteo Renzi deve chiarire: sapeva dell'indagine come avrebbe affermato un testimone? Era a conoscenza delle attività svolte dal padre? Che rapporti ha avuto con l'imprenditore Romeo? Sono aspetti su cui l'opinione pubblica deve avere delle risposte".

Su Twitter già rimbalza l'hashtag #RenziConfessa. Il padre è indagato dalla procura di Roma per concorso in traffico di influenze nell'ambito dell'inchiesta Consip. Per la stessa vicenda, il 27 dicembre fu ascoltato anche il ministro dello Sport Luca Lotti, che è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento. A interrogarlo fu il pm titolare del fascicolo Mario Palazzi. "Ci è stato notificato - spiega l'avvocato Federico Bagattini, legale di Tiziano Renzi - l'invito a presentarsi senza descrizione del fatto. Non si riesce a immaginare cosa possa essere. Prenderemo contatto con i pubblici ministeri per farci dare delle indicazioni un pochino più specifiche e all'esito sicuramente saremo a rispondere all'interrogatorio. Date non ce ne sono". L'inchiesta parte dalla procura di Napoli. Una tranche approda poi a Roma, ed è incentrata su presunti appalti pilotati alla Consip, la centrale degli acquisti della pubblica amministrazione, in favore di gruppi di imprese che secondo chi indaga facevano riferimento all'imprenditore Alfredo Romeo, che risponde dell'accusa di corruzione.

Il fascicolo vede indagato per rivelazione di segreto d'ufficio anche il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell'Arma Emanuele Saltalamacchia. Al centro dell'indagine una gara di facility management del valore di 2,7 miliardi (appalto FM4) bandita nel 2014 e suddivisa in svariati lotti, parte dei quali sarebbero stati destinati a società di Alfredo Romeo. Contrapposte le reazioni politiche. "Padre di Renzi e suo braccio destro Lotti indagati in inchiesta Consip. Renzi era a conoscenza del traffico di informazioni? Renzi sapeva?", scrive su Twitter Luigi Di Maio.

"Apprendiamo dalle agenzie di stampa che il signor Tiziano Renzi è indagato per traffico di influenze illecite - rincara il senatore leghista Roberto Calderoli - ma dato che Tiziano Renzi è un signor nessuno che influenze illecite avrebbe trafficato? Viene da chiedersi se l'avviso di garanzia sia per lui o per il precedente governo".

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