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Trasporti gratis per far scordare le banche chiuse

Prelievi al bancomat ridotti a 50 euro, le banconote da 20 sono finite

Trasporti gratis per far scordare le banche chiuse

Atene - Trasporti pubblici gratis sino a venerdì. È lo zuccherino con cui il governo Tsipras prova a far ingoiare agli undici milioni di greci l'amarissima pillola delle banche ancora chiuse. Il giorno dopo la vittoria del no al rerefendum, si torna al mero pragmatismo. A poco è servito l'ennesimo incontro di ieri pomeriggio tra il numero uno dei bancari ellenici, Louka Katseli, e il viceministro delle Finanze, Dimitris Mardàs. Hanno discusso ancora del sistema creditizio greco, per poter adottare un nuovo provvedimento legislativo, ma senza il pollice in alto da parte di Francoforte la strada è tutta in salita. Per cui, oggi, ancora istituti chiusi e c'è chi ipotizza almeno sino al prossimo lunedì.

«Vacanze? ­ si chiede amaramente Katina, 49enne impiegata proprio in banca – Magari. Io devo pagare bollette e spese mediche ma con questa situazione è impossibile. Non so neanche se avrò ancora il mio posto». Ha votato sì al referendum di domenica e oggi sorride solo perché è stato «silurato Varoufakis, anche se è troppo tardi». Di parere opposto Dimitris, 31enne agente di polizia, certo che «solo la piazza può controbattere un sistema marcio che ci sta finendo di ammazzare, ma vedrete che Tsipras ce la farà».

A spegnere le speranze ci pensa a metà giornata il viceministro Giorgos Stathakis, che affida ai microfoni della Bbc un'altra cattiva notizia: il limite di prelievo giornaliero di 60 euro agli sportelli automatici, nel frattempo sceso a 50, si protrarrà sino a sabato. E solo ammesso che la Bce mantenga inalterato l'importo della liquidità di emergenza che ha dato ossigeno al Paese da febbraio ad oggi. Senza contare che le banconote da 20 euro sono ormai merce rara.

«Temo che qualcuno finirà per fare un gestro estremo – confessa Mikalis, 54enne dermatologo laureatosi a Firenze – il mio studio è vuoto, pazienti non ne vedo, anzi aumentano quelli che vengono a chiedermi l'elemosina. Quanti ne posso accontentare, adesso che al bancomat non posso prelevare granché?». È una guerra di nervi quella che si scorge negli sguardi della gente comune, di quei cittadini che, al di là del sì o del no, ieri mattina hanno alzato la saracinesca della loro attività e devono fare i conti con i problemi della quotidianità. Come Zoì che gestisce una taverna in provincia: la gente «ha paura a spendere un euro e da due settimane non vedo un cliente». Che fare? «Più della fame o della rassegnazione, temo la paura che già decenni fa qui ha portato una guerra civile. Solo che oggi non si combatte con armi o spade ma con spread e sanzioni, questo non me lo toglie dalla testa nessuno». La interrompe il 57enne architetto Periclìs: «Ma sa che le dico? Che fin quando le banche saranno chiuse non vedrò un filo di speranza in questa storia. Non è più una questione di destra o sinistra, qui prevale il caos».

Incertezza pura, come per quegli operatori stranieri che lavorano con i fondi europei, già bloccati alla voce Erasmus. Infatti la commissione Ue ha detto no ai pagamenti all'agenzia greca di ErasmusPlus degli ultimi due round di progetti, con centinaia di partenariati bloccati.

Una soluzione pare averla trovata Vassilis, primario di cardiologia 69enne in pensione, che produce in campagna più o meno tutto quello che consuma sulla sua tavola. «Ho acquistato un pezzetto di terra con degli ulivi, ho piantato verdure e pomodori, allevo un paio di galline e un maiale. Al supermercato della mia città con prezzi milanesi non vado più da sei mesi». Certo, è solo un esperimento, ma nella Grecia a corto di idee vale già tantissimo.

twitter@FDepalo

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