Cronache

Trattò la partita di droga: 4 anni all'amico di Sacchi

È la prima condanna per il delitto. Il papà della vittima deluso: «Mi aspettavo qualcosa di più»

Trattò la partita di droga: 4 anni all'amico di Sacchi

Quattro anni di carcere, in rito abbreviato, a Giovanni Princi, 24 anni, ex compagno di scuola di Luca Sacchi, il personal trainer ucciso nella sera tra il 23 e 24 ottobre davanti al John Cabot, pub in zona Colli Albani a Roma, nonché socio in affari con la fidanzata, Anastasiya Kylemnyk, 25 anni. Entrambi sono accusati di traffico di sostanze stupefacenti. A emettere la sentenza il gup del Tribunale di Roma Pier Luigi Balestrieri. Princi, figlio di un medico della capitale, precedenti per droga, scarcerato ad aprile per l'emergenza Covid e sottoposto agli arresti domiciliari, dovrà rientrare nelle patrie galere. Per lui il pm Nadia Plastina aveva chiesto sei anni e quattro mesi di pena. «Mi aspettavo qualcosa di più - commenta Alfonso Sacchi, padre di Luca -. Mio figlio non ci sta più. Ora vediamo che succede al processo dei suoi assassini. Da parente della vittima, sentire queste cose, bene non ti fa».

È il 23 ottobre 2019: Princi, assieme a «Nastja», tratta un affare da 15 chili di marijuana con un gruppo di pusher di San Basilio. Un movimento di droga fra i «borgatari» e i «bravi ragazzi» della Caffarella che finisce, però, in tragedia quando Valerio del Grosso e Paolo Pirino, 21 anni, decidono di rapinare la donna dello zainetto rosa con 70mila euro. Rotoli di banconote da 50 e 20 euro come racconteranno Valerio Rispoli e Simone Piromalli, incaricati controllare il denaro prima di effettuare lo scambio. Soldi svaniti nel nulla come i panetti di «erba» confezionati da Marcello de Propris a casa del padre. Per gli inquirenti i due gruppi erano attivi da tempo. Almeno da quando lo stesso de Propris viene fermato da un'auto civetta del commissariato Porta Maggiore con altri 70mila euro nascosti dal proprietario dell'auto. L'ipotesi che anche Anastasiya faccia da tempo affari di droga nel quartiere è la pista su cui indagano gli inquirenti.

Poco prima dell'aggressione finita in un bagno di sangue, Sacchi ha un appuntamento con gli amici davanti al pub John Cabot. Il personal trainer arriva con Anastasiya e il loro cagnolino. I due si vedono con un amico del gruppo, Domenico Costanzo Marino Munoz. Poi arriva anche Princi che le consegna un sacchetto di carta. La donna si allontana e lo chiude nella sua auto. Torna e dice a Luca: «Tutto a posto». Arriva una Smart. Alla guida Pirino, accanto del Grosso. Sanno che i soldi ci sono, li hanno controllati un'ora e mezza prima i loro «emissari», Piromalli e Rispoli. I due si avvicinano a Sacchi e a Nastja. Pirino ha una mazza di legno: «Dacce la borsa» urla, poi colpisce l'ucraina alla testa. Luca interviene, viene preso a mazzate anche lui ma reagisce e atterra Pirino.

Del Grosso impugna la 38 special che gli ha dato de Propris. Braccio teso, esplode un colpo a due metri di distanza. Luca, centrato alla nuca, crolla a terra e dopo un'agonia di 12 ore muore. Davanti la sala di rianimazione dell'Umberto I Princi dice: «Se è morto, andiamo a farci un panino e una birra che ho fame». I killer vengono arrestati il giorno dopo. Del Grosso, ammanettato, ride davanti alle telecamere.

«Non lo volevo uccidere» metterà a verbale.

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