Politica

Trattativa Pd-magistrati

Renzi svela l'accordo con la procura di Milano: grazie per la vostra sensibilità

Trattativa Pd-magistrati

In visita ieri a Milano per il dopo Expo, Matteo Renzi ha detto: «Ringraziamo i magistrati che hanno avuto sensibilità nel rispetto rigoroso delle leggi», svelando così un segreto di Pulcinella. Perché quello che tutti sapevano, e che nessuno osava dire, è che c'è stata una trattativa sull'asse Quirinale-Palazzo Chigi-Procura di Milano per sospendere le inchieste giudiziarie sui vertici dell'Expo per tutto il periodo della rassegna universale. Non si doveva rovinare la festa al governo di sinistra, non scalfire l'immagine di Giuseppe Sala, capo di Expo e futuro candidato sindaco del Pd a Milano. Altro che trattativa Stato-mafia. Qui siamo alla trattativa Stato-magistrati, che evidentemente - ce lo dice Renzi in persona - è andata a buon fine.

Sarebbe interessante sapere chi ha trattato con chi, chi ha ordinato ai magistrati di fermarsi e chi a Palazzo di giustizia si è fatto garante dell'accordo. Verrebbe da dire: finalmente qualcuno fa valere l'interesse di Stato sulla furia devastatrice di pm incoscienti. Ma ci chiediamo anche perché questo sano principio non sia stato applicato durante la ventennale caccia a Silvio Berlusconi presidente del Consiglio, che enormi danni ha provocato all'interessato ma soprattutto al Paese.

Ricordate l'avviso di garanzia - il primo a un premier in carica nella storia repubblicana - spedito da questi stessi magistrati a Berlusconi a Napoli, nel pieno della conferenza internazionale sulla criminalità organizzata? Non ci fu alcuna «sensibilità», né «rispetto delle leggi», tanto che l'allora premier fu poi totalmente assolto. Così come gli interessi del Paese sono stati negli anni calpestati con inchieste farlocche sui vertici delle nostre grandi aziende, da Eni a Finmeccanica, da Fastweb a Unicredit.

Solo con un governo di sinistra i magistrati abbassano la testa e ripongono nei cassetti i faldoni delle intercettazioni. Questa è la prova che l'uso politico della giustizia non è una fantasia di qualche squilibrato. È un fatto. Le procure si muovono contro una parte, che è sempre la stessa, ma anche a difesa di una parte che, guarda caso, è pure quella sempre la stessa.

Tutto ciò spiega anche perché Giuseppe Sala stia prendendo tempo prima di accettare la candidatura del Pd a guidare Milano: vuole sapere se il suo lasciapassare è scaduto con la chiusura dei cancelli di Expo o se sarà rinnovato fino alle elezioni, meglio all'infinito. Ma così la partita è truccata.

E addio democrazia.

Commenti