"Trattiamo con la destra". Renzi spariglia pure sul Colle

Matteo Renzi è come il Gep Gambardella della Grande bellezza. Non vuole solo partecipare alle feste; vuole avere il potere di farle fallire

"Trattiamo con la destra". Renzi spariglia pure sul Colle

Matteo Renzi è come il Gep Gambardella della Grande bellezza. Non vuole solo partecipare alle feste; vuole avere il potere di farle fallire. A capo di un piccolo partito nato come costola ingrata del Pd, Renzi ha saputo essere più di un ago della bilancia nella vita politica dell'ultimo lustro. Ha fatto fallire i piani del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Ha fatto precipitare Giuseppe Conte nel dimenticatoio. Ha suggerito il nome di Mario Draghi come «salvatore della Patria» e ha fatto in modo che il governo di unità nazionale fosse realtà. Poi ha dimostrato che anche nelle piccole cose (come il ddl Zan) il suo «zampino» può far crollare la sicurezza ideologica del Pd e l'orgoglio barricadero dei grillini.

L'ultimo ambizioso progetto del leader di Italia viva è di dare le carte anche per la «partita» del Quirinale. Come già avvenuto per il ddl Zan, dove i renziani hanno dialogato con il centrodestra per cercare una soluzione condivisa, anche per le «presidenziali» del prossimo anno Renzi intende trovare un accordo forte con il centrodestra. Dimostrando con chiarezza quanto sia distante in questo momento dal Pd lettiano. Nel corso di un'intervista all'Huffington post, Renzi ha teso la mano alla coalizione formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. «La platea per l'elezione del capo dello Stato è di circa mille persone - ricorda l'ex rottamatore di Rignano sull'Arno -. Il centrodestra ha il 45 per cento. Non è la legge Zan che prevede il ruolo del centrodestra, è la matematica. Nel 2015, 2013, 2006, 1999 la sinistra aveva la maggioranza relativa, come la Dc fino al 1992. Nel 2022 per la prima volta nella storia la destra avrà la maggioranza relativa. Non siamo noi che coinvolgiamo la destra: la destra unita è maggioranza relativa, quasi assoluta».

Renzi respinge l'accusa di flirtare col centrodestra. È, però, tra i primi leader politici del «centrosinistra» a riconoscere il valore dei numeri.

In parlamento e nelle Regioni (che esprimono 58 «grandi elettori») il centrodestra ha la maggioranza relativa degli organi di rappresentanza. Il dialogo, dunque, spiega il leader di Italia viva, può iniziare da qui: dal ddl Zan e arrivare lontano. Almeno fino al prossimo febbraio quando si dovrà trovare un degno sostituto di Sergio Mattarella.

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