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Tre chilometri sul mare con un impatto green. I cantieri apriranno entro l'anno prossimo

L'opera di Impregilo-WeBuild creerà centomila posti di lavoro al Sud

Tre chilometri sul mare con un impatto green. I cantieri apriranno entro l'anno prossimo

Dodici pagine per (ri)costruire la Storia. Il testo del decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri riporta in auge il progetto di Impregilo-WeBiuld del 2002 a campata unica voluto allora dal governo Berlusconi, temporaneamente archiviato nel 2012 dal governo di Mario Monti, che verrà adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali: dopo l'iter autorizzativo che dovrà bollinarlo sarà il ponte strallato più lungo al mondo con i suoi 3,2 chilometri e sarà fortemente green, perché consentirà di abbattere l'inquinamento da anidride carbonica. Lo aveva anticipato nei giorni scorsi a Milano il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini a margine di un convegno sul Codice degli appalti, rivelando di aver verificato «nella galleria del vento del Politecnico di Milano» la fattibilità dell'opera. Prima dell'incontro a Palazzo Chigi lo stesso Salvini («Giornata storica», il suo commento) aveva visto i presidenti di Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani, entrambi pro Ponte, entrambi di Forza Italia e da tempo convinti che questa congiunzione astrale fosse irripetibile. Ora o mai più. I cantieri dovrebbero partire entro la fine dell'anno prossimo, con l'obiettivo in cinque-sette anni di consegnare al Paese un'opera strategica, a pieno titolo nei Corridoi europei, che servirà soprattutto a fa ripartire Calabria e Sicilia, non solo sotto il profilo occupazionale (100mila i posti di lavoro stimati) ma soprattutto per i collegamenti stradali e ferroviari, prodromici alla realizzazione del Ponte, che rilancia anche il ruolo strategico dello Stretto nel Mediterraneo.

La società Stretto di Messina Spa non viene più liquidata ma diventa «società concessionaria» per «la realizzazione e gestione del collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente», con una nuova e più moderna governance: le due Regioni avranno un proprio amministratore nel Cda della società. È prevista anche una solida partecipazione del Mef e del Mit (azionisti di maggioranza almeno al 51 per cento) ma anche di Anas e Rete ferroviaria italiana, sebbene nel decreto non si escluda la nomina di un commissario straordinario. «L'operazione è stata condotta in costante interlocuzione con la Commissione europea - dice una fonte del ministero dei Trasporti - che ha espresso fin da subito grande interesse per l'iniziativa». Al Comitato scientifico, composto da 9 membri, scelti tra soggetti dotati di adeguata specializzazione ed esperienza - i compiti di «consulenza tecnica, anche ai fini della supervisione e dell'indirizzo delle attività tecniche progettuali, per un parere al Consiglio di amministrazione della società in ordine al progetto definitivo ed esecutivo dell'opera e delle varianti». Una decisione che ha visto il plauso del comitato Ponte Subito: «Sarà la massima espressione delle straordinarie eccellenze ingegneristiche».

La strada si annuncia in salita: Legambiente si è già messa di traverso («Inutile opera faraonica»), gli espropri saranno molto complessi e la vigilanza sulle infiltrazioni di mafia e 'ndrangheta nelle opere - dai cantieri al movimento terra - dovrà essere altissima.

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