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Tredicesime d'oro, gli italiani trovano 50 miliardi sotto l'albero

Con il taglio del cuneo e i nuovi scaglioni Irpef, più soldi per i regali di Natale. Turismo in ripresa

Tredicesime d'oro, gli italiani trovano 50 miliardi sotto l'albero
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Natale si avvicina con un doppio segnale di vitalità: da un lato il monte delle tredicesime, più ricco che in passato, dall'altro l'aumento delle entrate tributarie che fotografa un'economia complessivamente in movimento. Ma sono soprattutto le mensilità aggiuntive a dare tono ai consumi di fine anno, grazie anche alle riforme fiscali del governo Meloni che, ampliando la prima aliquota Irpef del 23% fino a 28mila euro e tagliando il cuneo fiscale fino a 40mila, hanno accresciuto il reddito netto dei lavoratori e quindi la loro capacità di consumo.

Secondo Confcommercio, la spesa complessiva degli italiani per regali e feste raggiungerà quota 50 miliardi, sostenuta da un mix di "inflazione sotto controllo, occupazione ai massimi e un maggior reddito disponibile". Un contesto che, secondo l'associazione, permette alle famiglie di affrontare le festività con una fiducia che non si riscontrava da anni, anche perché il recupero del potere d'acquisto sta consolidando una lenta ma costante normalizzazione dei consumi.

Il monte tredicesime, calcolato dall'Ufficio studi di Confcommercio, sfiora quest'anno i 49,9 miliardi, 2,4 in più rispetto al 2024. Il valore medio per famiglia arriva a 1.964 euro, +53 euro rispetto allo scorso anno, un progresso che diventa ancora più evidente nel confronto a lungo periodo: +6,9% sul 2019, +12,3% sul 2008. Il presidente dell'associazione, Carlo Sangalli, parla di "cauto ottimismo" e invita a consolidare i segnali positivi "detassando gli aumenti dei contratti maggiormente rappresentativi" come quelli del terziario e del turismo, un settore che tradizionalmente beneficia del clima festivo e che sta mostrando un dinamismo superiore alle attese.

Al netto dei 9,4 miliardi da destinare alle scadenze fiscali di fine anno, una parte rilevante delle tredicesime finirà comunque nei consumi. Regali, giocattoli, profumi e cartoleria valgono da soli 10,1 miliardi, il dato più alto dal 2020. L'Unione nazionale consumatori nota come la spesa pro capite per le strenne, pari a 210 euro, superi nettamente i 192 dello scorso anno e i 170 del 2022, segno che le famiglie tendono a privilegiare la qualità delle festività e a riprendere abitudini che la prudenza degli anni scorsi aveva attenuato. Secondo Confcommercio, però, gli italiani non compreranno solo doni: molti sceglieranno di "regalarsi" ristoranti, cinema, teatro, musei o piccoli interventi legati al benessere personale, confermando la tendenza a vivere un Natale meno dimesso e più centrato sull'esperienza. Una propensione che, nelle stime della confederazione, potrebbe produrre effetti positivi anche sul primo trimestre dell'anno nuovo, mantenendo viva la domanda interna.

Sul fronte delle entrate tributarie, il Mef certifica che nei primi dieci mesi del 2025 il gettito erariale ha raggiunto 471,6 miliardi, in crescita di 9,3 miliardi (+2%). Le imposte dirette valgono 266,2 miliardi, mentre le indirette arrivano a 205,4, sostenute soprattutto dall'Iva, salita del 4,3% complessivo e del 3,3% sul fronte degli scambi interni (segno che i consumi si muovono). L'Irpef cala del 2,2%, un effetto riconducibile proprio alle modifiche fiscali operate dal governo, che hanno ridotto il peso del prelievo sui redditi medio-bassi.

Crescono invece in modo robusto le imposte sostitutive sui redditi di capitale (+125% a 3,2 miliardi grazie all'exploit della Borsa) e sui fondi pensione, mentre il gettito derivante da accertamenti e controlli raggiunge 12,8 miliardi (+9,6%), confermando l'efficacia delle azioni del Fisco amico.

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